Buonanotte alle scale,
dolce fatica del rientro:
ogni gradino mi saluta,
conoscendomi.
Buonanotte alla chiave,
che riapre il rifugio:
ora posso spogliarmi,
togliere le scarpe,
i vestiti e la maschera.
Ora posso svestire il sorriso.
Buonanotte al freddo,
che sia il benvenuto,
mimetizzando il gelo
che mi hai lasciato.
Buonanotte al tablet,
al dolce stordimento
di una serie TV americana.
Buonanotte Musica,
grazie di essere unguento,
di coprire le cicatrici:
buonanotte alle cicatrici.
Buonanotte agli amici,
a quelli che lo sono, senza crederlo,
a quelli che ancora lo credono.
Buonanotte a lei, sconosciuta,
che aveva i tuoi capelli,
che sembrava te, di spalle,
distraendomi.
Buonanotte al volto che accarezzava,
uccidendomi per un istante.
Buonanotte al silenzio,
veleno che versi nei miei calici.
Buonanotte al silenzio,
il mio regalo quotidiano per te.
Buonanotte al pallino verde,
che mi dice che sei lì,
ad un tasto “invio” da me:
desisto, come hai chiesto.
Buonanotte a te, odiandoti:
”buonanotte” vorrei dirti
adesso, stanotte, ogni notte.
”Buongiorno” vorrei dirti,
domani, ogni domani.
Buonanotte a te, ignara,
sorda al mio muto richiamo.
“Buonanotte a te”, sussurro:
ti penso e resto sveglio.
