Cos’è quest’odore, che si alza
dall’asfalto bagnato?
Sembra la coda di Settembre,
ma l’inverno sta passando.
È forse l’odore di lei,
che riempie questo bar,
appoggiandosi al bancone,
sullo sgabello accanto?
Esploro, cerco, analizzo:
no, lei non è qui!
Perché mi segue l’odore,
rapendomi, attirandomi,
come mosca dal miele?
È forse il profumo ribelle
di una pelle sconosciuta?
Tale non può essere,
se ne ho ancora memoria.
È l’odore della Musica?
Hanno smesso di suonare.
È l’odore del vino?
Il bicchiere è vuoto.
Distratto, mi specchio
nel vetro infranto
dell’uscita:
chi sei?
Non può essere me,
l’uomo che mi guarda:
è solo.
Accanto non vedo fantasmi:
non vedo altro che lui,
ma l’odore è più forte.
Cos’è quest’odore,
che si alza, deciso,
dal vuoto che hai lasciato?
È l’odore di un uomo,
che vive, che desidera:
è l’odore dell’uomo di ieri,
che è fuggito dallo specchio,
attraverso una crepa.
È l’odore di Domani!
