Chi ha più speranza di raggiungere una meta, tra chi, nell’indecisione, resta fermo e chi prova tutte le direzioni?
Sono giorni che mi ossessiona il tema delle “direzioni” e dei “segnali”, un ragionamento lasciato in embrione, che non si decide a svilupparsi e non nasce: resta lì, fermo e incompiuto, come una ricetta stampata su una rivista, in una qualsiasi sala d’attesa.
Avevo intenzione di tirarne fuori una poesia, ma spesso mi capita di arenarmi, quando il discorso si ramifica troppo, creando troppe domande, troppi sviluppi… Troppe “direzioni”!
Esiste una teoria che afferma che la fortuna non esiste e che la sua percezione sia il frutto di una diversa valutazione dei risultati ottenuti: chi coglie cento occasioni e ottiene anche un solo risultato positivo, si considererà fortunato, al contrario di chi non cne coglie nessuna, ottenendo (ovviamente) il niente.
La Fortuna, quindi, aiuta gli audaci? Chi non risica non rosica? Vogliamo affidarci davvero alla cultura popolare, per questo argomento?
In effetti, spesso, i vecchi detti sono carichi di verità, ma io non mi fido mai delle sentenze assolute, anche perché spesso esiste la “contro-sentenza”!
Sul tema delle “direzioni”, come conciliare il detto “la fortuna aiuta gli audaci” con “chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quello che perde e non quello che trova”?
Può sembrarvi una faccenda da poco, ma io non ci sto dormendo da un po’!
La questione, a mio avviso, non è da sottovalutare, in quanto la vita è una continua successione di bivi e spesso non si la l’occasione di riprovare!
Avete mai visto il film “Sliding Doors”? Quando uscì, ricordo, andai al cinema sotto minaccia, non mi esaltava l’idea di passare due ore della mia vita a guardare una commedia romantica.
Quel film, tuttavia, fu un maledettissimo punto di svolta: da quel momento la mia leggerissima tendenza all’indecisione divenne una forma patologica di accidia.
A oppure B? Ora oppure dopo? Dolce o salato? Camicia o maglietta?
Attenzione, perché, se è vero che a volte le conseguenze di una scelta sono note, nella stragrande maggioranza dei casi non hai la più pallida idea di cosa stia per accadere, anche quando credi, invece, di sapere tutto!
“Pillola rossa o pillola Blu”? Segui il bianconiglio o resti dove ti trovi? Il dilemma di “The Matrix” sembrerebbe semplice, perché lo giudichiamo da spettatori, ma provate ad immedesimarvi, per un istante, nel ruolo del protagonista: cosa fareste?
Ad un certo punto, nella vostra vita, si presentano dei tizi vestiti in latex nero e vi dicono che la vostra vita è una menzogna e che loro possono “risvegliarvi”: voi li seguireste?
Vi stanno promettendo una rivelazione “probabile”, ma voi non avete la certezza che sia così! Li seguireste?
Complichiamo ancora, ulteriormente, il contesto: la vostra esistenza, a differenza di quella di Neo, non è patetica e ricca di dubbi, ma letteralmente “meravigliosa”… Li seguireste? Se aveste la certezza matematica di vivere in un’illusione, li seguireste?
Rinuncereste davvero ad una felicissima illusione, per una verità ricca di pericoli, di angosce e di sofferenze?
Ecco, prendete tutte le risposte che avete dato, gettatele nel water e tirate lo sciacquone, perché voi tutte queste “premesse”, nel la vita, non le avrete!
Mettetela così: nel 90% dei contesti, la scelta sarà molto più simile ad un “testa o croce”, anzi ancora peggio: ad un lancio di dadi, ma con un numero di facce indefinito!
Parliamoci chiaro: per ogni scelta solo una è la risposta giusta, ma possono essere infinite quelle sbagliate e voi avrete, quasi sempre, solo una possibilità di scelta:
È un po’ come disinnescare una bomba a timer, con gli occhi bendati, durante una tempesta, seguendo istruzioni in una lingua che non conoscete! Come si fa?
Si fa che vi buttate, no? Tanto di una morte dovete morire, tanto vale…
Esagero? Davvero?
Non avete mai passato del tempo con un messaggio scritto sul telefono, cercando di decidere se inviarlo o no? Non vi siete mai pentiti di averne mandato uno o di non averlo fatto?
Che facoltà scelgo, che sbocchi avrò, mi piacerà? Accetto il nuovo lavoro, più stimolante, ma meno stabile, oppure mi tengo il vecchio, noioso e sicuro?
Alcuni treni passano una volta sola e certe volte voi siete in attesa esattamente sulla loro traiettoria!
Qualsiasi scelta voi facciate è un salto nel vuoto!
Quel messaggio potrebbe essere la migliore delle vostre scelte, un buco nell’acqua, oppure una totale catastrofe: potete saperlo?
Quel lavoro potrebbe essere la realizzazione dei vostri sogni, ma la nuova azienda potrebbe chiudere dopo tre mesi: rimpiangerete di non esservi tenuti quello vecchio? Forse sì, ma se lo aveste fatto forse avreste rimpianto di non aver accettato quello nuovo, vedendo quell’azienda crescere.
Non c’è niente da fare: non possiamo conoscere l’esito delle nostre decisioni, fin quando non le prendiamo.
Attenzione ancora, perché anche l’immobilismo è una scelta: non fare, non dire, non rispondere, non prendere sono tutte “scelte” che state prendendo.
Quando vi astenete, quando aspettate, state DECIDENDO di farvi da parte e lasciar passare il treno, sperando di esservi scostati abbastanza per non esserne travolti.
Qualcuno potrebbe dire che alcune decisioni sono, per loro natura, maligne: uccidere o non uccidere, ad esempio!
Chi mai potrebbe opinare sul fatto che uccidere sia sempre sbagliato?
Beh, forse qualcuno con una pistola in mano ed un’altra puntata contro, forse, potrebbe: da “uccidere o non uccidere”, all’improvviso, la scelta diventa “uccidere o restare ucciso”.
È ancora così “assoluta” la questione?
Tutta la polemica sul nucleare si estinguerebbe in un istante se una testata atomica fosse l’unico mezzo per distruggere un asteroide puntato verso la terra!
Io credo che non esistano scelte giuste o sbagliate, ma solo rischi calcolati: io scelgo di correre questo rischio perché, nella peggiore delle ipotesi, al massimo mi succederebbe questa conseguenza… IN IPOTESI, APPUNTO!
Sulle conseguenze delle nostre azioni influisce tutta una serie di variabili: quando, come , chi, con chi, perché, quanto… Troppe per poterle mettere tutte in relazione ed avere un quadro chiaro di cosa si sta facendo:
È LA VITA, NON È MATEMATICA!
Paradossalmente, è molto più facile calcolare la rotta di quel missile nucleare, per salvare la Terra dall’asteroide, che sapere cosa accadrà inviando quel messaggino: forse sarete felici, forse estinguerete il genere umano, non potete saperlo!
Purtroppo le mie paturnie sull’argomento non hanno portato a risposte, non sono in possesso di una chiusa ad effetto: ho solo tantissime domande!
Attendo? Agisco? Rischio o conservo? Attacco o difendo? Guardo o mi volto?
Lancio una monetina e la osservo roteare nell’aria, il tempo rallenta, il mondo si ferma, nell’attesa che il caso ordini il caos e mi riveli l’esito delle mie decisioni.
E’ la Vita, non è la Matematica… ti capisco, hai ragione. Spesso vivo la mia esistenza come un lungo processo matematico, altre volte mi lascio dominare dall’impeto, dalla follia. Sono anche io perennemente indeciso sulle cose. Qualunque decisione che prende con fatica dietro c’è sempre un rimorso. A volte quindi mi chiudo come un riccio e non prendo nessuna strada, altre volte, per una folata leggera di felicità prendo decisioni e sentirei per me inaspettati… vorrei trovare un pò di equilibrio, chiedermi se è giusto essere un pò folli o rimanere incatenati nell’agonia dell’immobilismo… Ciao! 🙂
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Mettiamola così, quando si può agire, meglio agire. Io preferisco avere il rimorso di aver fatto che il rimpianto di non averci provato… Poi ci sono tutte quelle situazioni in cui, pur volendo, non si può proprio fare nulla… Ciao 🙂
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