Coltivo il mio rancore, irrigando odio.
Quando ho voglia di sorriderti,
mi concentro sulle tue parole,
mi guardo ascoltarle, dall’esterno:
coltivo il mio rancore, con sospetto.
Quando ho voglia di cercarti,
mi costringo a desistere: perché?
Coltivo il mio rancore, con dubbi.
Quando i nostri occhi hanno incrociato,
ho virato di colpo, cambiando rotta:
coltivo il mio rancore, fuggendoti.
Se la mia mente pensa al tuo nome,
la bocca rifiuta la pronuncia,
perché il cuore non lo ascolti ancora:
coltivo il mio rancore, in silenzio.
Innalzo alte siepi, ché faccian muro,
isolandomi dalle scarse memorie,
dai condizionali e dai rimpianti:
coltivo il mio rancore, nel presente,
affinché tu sia solo passato,
affinché estirpi il tuo viso,
dai miei sogni futuri.
Coltivo il mio rancore, ma oggi piove.
