Femminismo: mi dichiaro sconfitto!

Oggi sono triste, di quella tristezza che prende allo stomaco e morde, che fa arrabbiare e delude. Oggi sono triste perché il femminismo moderno mi ha sconfitto, facendomi perdere ogni voglia di confronto e dialogo.

Ho passato tutte le fasi del lutto, negazione, rabbia, contrattazione, depressione ed ora giungo, mio malgrado, all’accettazione.

Devo rendermi conto che non è più possibile avere un dialogo costruttivo col mondo del femminismo, perché corrotto dalla cieca ostentazione di slogan e chiuso ad ogni sorta di dialogo.

Mi dispiace, perché questa consapevolezza è arrivata col tempo, dopo che perfino donne di cui avevo stima e che credevo ragionevoli, si sono dimostrate chiuse ad ogni sorta di scambio.

Nel corso degli anni, ho provato decine e decine di volte a far capire che l’unica strada per la costruzione di un mondo migliore è quella che passa per il lavoro di squadra, la condivisione degli obiettivi e l’empatia di genere: purtroppo il mito della “donna empatica” è finito, almeno io non riscontro più alcun tentativo di “sentire l’altro”.

“Taci, perché sei uomo” è il corrispettivo inverso del “Muta, perché sei donna”. “Taci, fin quando non ci serve il tuo supporto” è corrispettivo inverso del “parla solo se interpellata”.

Il femminismo quotidiano si sta macchiando degli stessi errori del maschilismo di sempre: rivolgersi solo a se stesso, in un circolo vizioso che esclude ogni crescita esterna, ma prevede solo un asettico scambio di pacche sulle spalle interno.

Io, pur avendone sempre fatto battaglie quotidiane e personali, non riesco più a sentire “mie” le cause della parificazione salariale, del rispetto professionale e del contrasto al paternalismo (tra le altre).

Non le sento più mie, perché IO non mi sento più LORO!

Quando ho provato ad avere uno scambio, troppe volte mi sono sentito rispondere con frasi fatte, piroette culturali e argomentazioni creative.

Perché dovrei considerare ancora “stronzo” un uomo che non si assume i suoi doveri di futuro padre, se la maggioranza delle donne non considera “stronza” una donna che si riufiuta di tenerne in considerazione l’opinione, spesso addirittura affermando che lui non abbia neanche il diritto di saperlo?

“L’uomo fa lo schizzetto ed il suo ruolo è finito”, mi sono sentito dire. Perché quindi dovrei ancora preoccuparmi dei diritti di di chi mi considera solo un dispensatore di sperma?

Nel sentire questa frase mi sono tornate alla mente tutte le volte in cui mi sono battuto per la necessità di CONDIVIDERE il ruolo genitoriale, riformando il sistema della maternità, integrando un sistema di paternità, in modo che uomo e donna potessero dividersi gli oneri del loro ruolo e la donna potesse essere agevolata nel recupero professionale.

Perché dovrei ancora battermi per questo, se il mio ruolo si riduce a quello schizzetto?

Perché dovrei battermi per la parificazione salariale e professionale, se non ho la minima importanza e mi si nega a priori un dialogo sull’evento più importante per la sopravvivenza del genere umano?

L’utero è tuo, il corpo è tuo e la scelta finale spetta a te, ma in grembo porti un pezzo di me, che io ti affido, affinché tu lo custodisca per entrambi. Penso che il mio ruolo dovrebbe, per questo, essere valutato con maggior rispetto e che sia giusto che mi si diano anche più doveri, più responsabilità, più fardelli, contemporaneamente ad una maggiore considerazione: non chiedo che tu sia vincolata alla mia opinione, ma che tu me la chieda almeno, che le dia un valore nella scelta finale che poi, comunque, sarai tu a fare.

IO MI DICHIARO SCONFITTO da questo femminismo, sconfitto nella mia ricerca costante di contatto, nelle richieste di confronto e nei miei tentativi di costruire percorsi comuni.

IO MI DICHIARO SCONFITTO da tutte le volte in cui mi sono reso conto che neanche provavano ad ascoltare quello che dicevo, da tutte le volte in cui i lunghi e sordi monologhi finivano con la frase “però mi devi ascoltare”, se solo tentavo di ribattere. MI DICHIARO SCONFITTO da tutte le volte in cui il rispetto della loro opinione si concretizzava nel rinunciare alla mia.

L’unica battaglia che riesco ancora a sentire “mia” è quella contro la violenza, ma solo perché si concretizza in una richiesta assoluta e senza genere: io mi batto per un mondo non violento a prescindere dal sesso e vedo nella prevaricazione fisica e psicologica un cancro che abbraccia l’intera umanità. Questo non si potrà cambiare, per il resto sento che molte battaglie ora sono solo “LORO”, perché “NOI E VOI”, “MIO E TUO”, “IO E TE” sono meccanismi divisivi e discriminatori, che io non ho chiesto, nei quali non credo, che ho sempre combattuto, ma contro i quali ora non ho più né forza, né motivazioni per oppormi.

SOno stanco di sentirmi rispondere “TU” quando io parlo di “NOI”!

Mi dispiace dover perfino chiamare “femminismo” questo movimento, perché io non credo che lo sia. Lo chiamo così perché è così che mi chiedono di chiamarlo e che si autodefinisce, ma per me è l’ennesimo gruppo politico estremista.

Per quanto mi riguarda il Femminismo è e resta quello delle grandi donne e delle grandi imprese, quello di Artemisia, quello di Amelia, quello delle suffragette, di Rosa Luxemburg, di Nilde Iotti e di tutte coloro che cercavano soluzioni e reclamavano diritti, senza mai negare, però, l’esistenza di quelli dell’altro.

Il movimento che vedo oggi è carico di estremismo e di fanatismo e questo mi spaventa, perché storicamente sono caratteristiche che non hanno mai fatto bene ad alcuna causa.

Io mi dichiaro sconfitto: ha vinto la discriminazione, valuto la vasectomia!

9 pensieri su “Femminismo: mi dichiaro sconfitto!

  1. La questione è più ampia, non dovresti arrenderti così.
    Non conosco la tua storia personale, il tuo vissuto, e non ho nessun diritto di giudicare, ma quello che voglio dire è che di femminismo non è esiste uno solo (si parla appunto di femminismi) e nessuno è quello perfetto. Gli errori sono stati fatti in passato e ce ne saranno ancora, purtroppo, sia da parte di uomini, che di donne (e di tutte le persone in generale). Io sono per il confronto e per la parità, uomini e donne dovrebbero portar avanti le stesse battaglie, ma il tema dell’aborto è un tema molto delicato. Per tanto, troppo tempo l’uomo ha deciso (e lo fa tutt’ora) sul corpo delle donne. Ovviamente il dialogo, una discussione e un confronto deve esserci e bisognerebbe cercare di prendere una decisione comune, ma va ricordato che è la donna a portare avanti una gravidanza con il suo corpo.

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    1. Ti ringrazio per l’argomentazione che raramente mi viene proposta. Purtroppo sono davvero stanco di cercare un confronto che mi viene negato per errori passati e che non mi appartengono. È vero che la donna porta avanti la gravidanza, ripeto che ovviamente la scelta finale spetta a lei, ma dentro quel corpo c’è qualcosa anche di mio e non posso accettare di essere categoricamente escluso dalla valutazione. Se si chiede all’uomo una presa di coscienza e di responsabilità, allora è importante anche dargli quella coscienza e quella responsabilità. Comunque ti ripeto che ti ringrazio per il confronto e la pacifica argomentazione che hai dimostrato

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      1. Il confronto ci deve essere e l’uomo non va escluso nella discussione, anche se, come comprendi pure te, la decisione finale spetta alla donna (poi ogni caso è a sé, generalizzare è un po’ difficile).
        Però non darti per vinto, anche se siamo tutti stanchi di combattere battaglie infinite.
        Anche a me è piaciuto poter parlarne pacificamente, non è da dare per scontato purtroppo

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  2. Discorso generale a parte (che posso comprendere, anche se non ho un rapporto molto diretto col femminismo), oserei dire che ti ringrazio per aver parlato di questa faccenda dello “schizzetto”.
    Perché è una cosa che, pur se di solito in modo meno brusco e più articolato, viene riaffermata frequentemente e senza apparenti dubbi sulla sensatezza dell’escludere del tutto e a priori il padre da una decisione che lo riguarda profondamente, e non meno di quanto riguardi la donna, solo perché lui non ci mette il corpo.
    E mi manda ai matti.

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    1. Per questo l’articolo era così poco articolato e rabbioso. Ora, lucidamente, non sarei neanche così estremo. Grazie a te per un commento argomentato, è così raro che confuta di per se il mio articolo. Quando mi capita, io ringrazio. 😊

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      1. A volte capita di provare ad abbandonare il
        Confronto, per amore di pace, ma poi ti girano… Siamo umani! Ecco: Umani! Uomini, donne, bianchi, neri, verdi, omosessuali, etero, religiosi qualsiasi, atei… siamo umani e basta! Non credo, dal tuo commento, che io e te potremmo mai essere i disaccordo su questo, quindi ogni discussione poi è solo crescita

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