Che emozione, non credo sia la prima poesia che ho mai scritto, ma certamente una delle prime: avevo 16 anni, un verginello!
Nulla può il tempo,
contro l’equilibrio del mio essere!
Io, che non ho nulla
da contendere all’armonia.
Io, che l’armonia neanche a conosco.
Io, poeta estinto,
della grotta inalberata.
Chi bussa al mio battente,
chi sta cercando rifugio
nella mia capanna?
Se porti con te il tempo, fuggi,
corri lontano e lascia
gli attimi alle tue spalle.
Arriva sull’orlo della gola
e salta, non aver paura e vola:
vola sul volo del falco, uomo,
donna, nuota fra le sirene cantanti
ed attacca da squalo.
Sentiti vivo ed usa la tua mente,
come un sacerdote baccante
usa il suo nettare.
Godi di venere,
combatti Marte e corri,
sulle onde come Mercurio.
Sali in sella al falco, uomo,
donna, dissotterra la tua lancia
ed uccidi il drago, ma conserva
nel tuo cuore il suo fuoco.
Vivi del volo del falco, uomo,
donna, e non atterrare mai,
perché qui, dove io sono,
non si può volare liberi
ed eterni, sul volo del falco.