Le pieghe del mattino

Pensavo a te, mentre lei mi portava via.

Pensavo a te, che restavi di spalle,

lasciando le nostre ombre dividersi.

Lei è il bavaglio al mio desiderio,

che urla il tuo nome ai randagi.

Lei è la pezza sul tuo strappo,

il quadro che copre la crepa,

il trespolo che sorregge il ramo

spezzato dall’ultima pioggia.

Mi sono svegliato col suo odore,

cercando il tuo profumo,

poi ho immaginato la tua voce

in una melodia che s’infiltrava

tra le pieghe del mattino.

Pensavo a te, mentre mi portava via,

sperando che mi fermassi,

chiedendomi di non andare,

di restare per bere, ridere,

scambiarci canzoni e segreti,

unire le nostre ombre e la carne:

al risveglio avrei sentito il tuo profumo,

la tua voce sarebbe stata la melodia,

avrei guardato il mattino senza pieghe.

2 pensieri su “Le pieghe del mattino

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