“Parliamo” di “Pace”!

Parlare di Pace è facile, quando si è liberi!

Questo è un fucile/moschetto “Carcano 91/48”, forse il modello più usato, durante la Seconda Guerra Mondiale, in Italia.

Era un’arma vecchia, progettata nel 1891 (appunto), ma faceva il suo dovere.

Chi lo usava? Tutti, in particolare, però, era in dotazione all’esercito regolare italiano e quindi contribuì, in maniera decisa, a tutte le nefandezze di quel periodo.

Fu anche grazie a lui che fu colonizzata (invasa) l’Etiopia.

Fu anche grazie a lui che la Germania Nazista trovò appoggio strategico e militare in Italia.

Fu con lui che furono fucilati civili e prigionieri politici.

Fu con lui che, in altre parole, si commise un numero ancora non definito di crimini.

Il Carcano, però, veniva spesso trafugato dai depositi e requisito alle truppe di leva, da parte dei Partigiani, che lo usarono per contrastare il regime Fascista, fino a spianare la strada al “liberatore” alleato.

Fu anche con lui che si resistette, sulle montagne.

Fu anche con lui che si liberarono le strade.

Fu anche con lui che si fece La Liberazione!

Di fronte alla spietatezza del nemico nazi-fascista i partigiani, uomini e donne comuni, dovettero arrendersi all’idea di prendere le armi.

Nessuno di loro, prima di quel periodo, era un guerrafondaio. Nessuno di loro era mai stato un violento.

Erano contadini, operai, medici, contabili, maestri e a volte anche preti.

Ognuno di loro, se avesse potuto, avrebbe preferito “parlare” di Pace e di Libertà.

Con il Fascismo, tuttavia, non si parlava, perché il Fascista non ascoltava.

“La Pace”, per il Fascismo, era possibile, ma solo al costo della rinuncia alla propria Libertà.

Era un costo troppo alto, quindi i Partigiani, uomini e donne di Pace, dovettero fare una scelta e decisero che non ci sarebbe mai stata vera “Pace”, senza una piena Libertà.

Il Carcano, quindi, fu usato dall’oppressore e dall’oppresso, per soggiogare o per liberare.

Si tratta, ovviamente, di un fucile, che spara pallottole e il cui scopo è, inutile negarlo, uccidere: il punto è che c’era chi lo usava per scelta o perché costretto.

Certo, il regime Fascista, all’epoca, faceva propaganda e c’era tantissima gente che credeva che fossero i Partigiani “i cattivi”.

Era il pericolo partigiano a rendere necessaria la violenza casa per casa, strada per strada.

Oggi, a distanza di un secolo, sappiamo che non era così.

Ci sono popoli, anche oggi, in questo mondo, costretti a prendere le armi, per difendere la propria Libertà.

Ci sono menti, a questo mondo, pronti a utilizzare quelle stesse armi per togliere quella stessa Libertà.

C’è chi pensa, anche oggi, che la Pace sia messa in pericolo da chi si difende, come se esistesse una sola alternativa alla rinuncia della Libertà.

Si potrebbe parlare di “Pace”, ma le parole restano suoni che vibrano, nel vento, se chi dovrebbe ascoltare ti punta contro un’arma e ti chiede di rinunciare alla tua terra, alla tua sovranità e alla tua Libertà, se vuoi quella “Pace”.

Le armi non determinano la guerra o la Pace e il buono o il cattivo: un’arma può essere usata per difendere o per offendere, per liberare o per opprimere, per uccidere o per salvare.

Un’arma, di per se, è uno strumento, che trova il suo significato nell’utilizzo che se ne fa e in chi la impugna, oltre che nel perché.

La definizione di “arma”, come negazione stessa della “Pace”, è un ragionamento a dir poco riduttivo e semplicistico, soprattutto se fatto da un Popolo che, nella sua storia, deve la propria Libertà e la propria Pace proprio all’utilizzo di quelle armi.

Prima di dare del guerrafondaio a chi sostiene il diritto di un popolo a difendere la propria terra, ricorda che devi LA TUA PACE e LA TUA LIBERTÀ a persone che hanno imbracciato il fucile in foto.

No, non sono tempi passati, è il nostro presente e potrebbe essere anche il nostro futuro, se cediamo alla tentazione di credere che la Pace sia possibile, senza Libertà.

I popoli liberi parlano di Pace, quelli oppressi conquistano la Libertà.

Un pensiero su ““Parliamo” di “Pace”!

  1. Armi possono essere le parole, disse qualcuno, e a volte muoiono persone a causa di parole sbagliate. L’essere umano è distruttivo, tossico, velenoso. L’essere umano è per natura guerrafondaio. Leggi ANATOMIA DELLA DISTRUTTIVITA’ UMANA di Fromm, è davvero un bel quadretto di come l’omo sia sempre stato un pessimo soggetto.

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