Mai mi fu tanto a cuore quel dono,
intimo sospiro d’amor celeste,
avvolto in nebbie di tal spessore.
Cullarmi nell’illusione e nel sogno,
aprì in me una pace mai provata,
rapì miei pensieri più occultati.
L’uno e l’altro mare m’inghiottirono,
abissi, voragini, sommerse dimensioni,
armonie falsate dalle maree.
D’un tratto il mondo svanì,
dannandomi l’anima, nel perpetuo nulla:
immagini perse, apparenze svanite,
orme cancellate dal vento d’Orione.
