L’ospite ingrato

Ricordate quando vi ho parlato del Blog aperto dall’Amica di cui vi ho parlato qualche giorno fa? Penso sia arrivato il momento di presentarvi entrambi.

Il Blog si chiama “@lamorecura“, il migliore modo di conoscerlo è leggerlo e cercare, come conviene sempre fare, di assorbirne il messaggio e farlo proprio. Questo vale per questo blog e per tutti gli altri.

Quindi vi presento questo nuovo Blog, raccontandovi i pensieri che mi ha suscitato un pezzo uscito ieri.

Non conosceremo mai il vero nome dell'”Ospite Ingrato” di questa Blogger, il mio ha preso tanti nomi, nel tempo.

A volte l’ho chiamato “Amore”, altre volte “Inadeguatezza”, “Rabbia”, altre volte gli ho dato nomigoli simpatici, come “Mostro”, “Ombra” oppure “Ospite Scomodo” (Ricordate le dirette della Zona, durante il primo lockdown?).

Il vero mostro, però, storicamente si è sempre chiamato “Panico”. Con lui ho un rapporto strano, fatto di “addii” e “ancora tu”. Se, oggi, fosse un essere umano, sarebbe qualcuno con cui ho fatto a botte, accusando molti dei suoi colpi, ma del quale, alla fine, direi la classica frase “dovresti vedere lui”.

Molti di questi “Ospiti” li ho sconfitti, altri ci sto provando, altri ancora non ho intenzione di combatterli o so di non esserne ancora in grado.

“Ospite Scomodo” ed “Ospite Ingrato” hanno troppa assonanza per non essere attirato dai pensieri di @lamorecura.

Come si sconfigge un mostro? In qualche modo, io e lei siamo arrivati alla stessa conclusione, almeno credo.

Lei, alla fine, ci convive. Io mi giro e lo abbraccio, perché puoi fuggire dai tuoi mostri, ma tu avrai sempre e solo due gambe, loro tutte quelle che hai avuto in passato.

BUONA LETTURA

Lamorecura

Eccolo bussare alla porta dei miei pensieri. È di ritorno, come se lo avessi davvero invitato.

“Entri, ospite ingrato!”

L’atmosfera è inizialmente tesa, mi guarda con diffidenza, inizia ad osservarmi dalla testa ai piedi e viceversa, mentre la sua testa annuisce come se fosse già arrivato ad una conclusione, lui, da solo, l’ospite ingrato! Provo a non farmi destabilizzare e gli chiedo :
“Le preparo un tè?”
“No, in realtà meglio della roba pesante, ce l’hai?”

Tra sé e sé l’ospite pensa :
“cosi sarò più persuasivo, più bello, più muscoloso, cosi tanto che lei vorrà portarmi nel suo letto”.

Non riesco a dire di no, gli porto tutto quello di cui ha bisogno : inizio a nutrirlo, ad ascoltarlo, a farmi violentare.

“Sono drogata?” mi domando.

Ormai si sente a casa sua l’ospite : si sbottona i pantaloni, inizia a fischiettare spavaldo e ad urlare a suo piacimento.

“Quello…

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