Lettera al bambino che ero

Ciao, tu non mi conosci ancora, ma io ti ricordo bene: quante ne abbiamo passate insieme… Tu ancora non lo sai, io sì.

C’è una cosa che voglio chiederti: quei riccioli biondi e quelle guance paffute e rosse che fine hanno fatto? Questo resterà sempre un mistero!

I primi ricordi che ho di te sono sfumati, opachi, come fossero un sogno. Eri curioso, smontavi le cose per capire come funzionavano, poi le rimontavi ed avanzava sempre qualche pezzo, ma funzionavano ancora… Quasi sempre…

Una volta Mamma, per punirti del fatto che non facessi i compiti e guardassi troppa TV, tagliò il filo della corrente: il fatto è che tu sei sempre stato un po’ Archimede ed anche se non avevi ancora 10 anni, dopo qualche minuto la spina era di nuovo al suo posto.

Ti arrampicavi ovunque, perché volevi esplorare, guardare il mondo da diverse prospettive, ma poi non sapevi scendere e papà doveva venire a raccattarti, facendo finta di arrabbiarsi.

Mamma racconta sempre di quando ci siamo arrampicati sull’armadio, anche se ancora non camminavamo: carponi, dalla culla, di mensola in mensola, perché sull’armadio c’era la moto dei Chips… Menomale che era senza batteria…

Io mi ricordo di te al mare, quanto ci piace il mare? La spiaggia no, ma il mare sì! L’acqua, le onde, il sale, il sapore che ti lascia in bocca e nuotare… Sempre con la testa sotto, perché nelle cose ci è sempre piaciuto andare a fondo… Questa cosa ti farà spesso male, ma ne varrà la pena per una manciata di buoni ricordi: tu fidati di me.

Uno dei ricordi più belli sarà il tuo primo incontro con la Musica vera, sul balcone di casa di Zio Antonio, a Cava dei Tirreni, nel Maggio del 1989. Tu pensasti si trattasse di una guerra, ma papà ci spiego che era un concerto: erano i Pink Floyd. “Papà mi piacciono i concerti”, fu il tuo commento. Sì, è vero, lo è ancora oggi: quanto ci piacciono i concerti? Ci piacciono al punto che non abbiamo più bisogno di compagnia per andarci.

Sveglia dormiglione, è il primo giorno di scuola! Non quello “in primina”, quando eravate in due e ti sembrava un gioco, ma quello vero! Stai per cominciare la seconda elementare e ci sono tantissimi bambini… Tra tutti tu ne vedi uno, anzi UNA: quella ragazzina ti rimarrà in testa fino al liceo, un vizio che non perderai mai.

La stessa ragazzina fu la causa della prima volta che hai fatto a pugni, una cosa che ti è accaduta, per fortuna, pochissime volte nella nostra vita. Ho rivisto quel bambino poco tempo fa, ora è un omone grande e grosso, ma ha ancora il naso storto.

Sei sempre stato un bel paraculo eh? Il primo anno di pianoforte registravi gli esercizi con il mangianastri, lo collegavi allo stereo e ti mettevi a scrivere canzoni. Già allora non ne volevi sapere delle cose scritte da altri.

Aspettavi la Domenica come se fosse stata sempre Natale, perché Papà ti dava 5000 lire e potevi comprare le figurine degli aerei; quelle dei calciatori le compravi solo per far contento lui, dato il calcio non ti è mai piaciuto. Il pomeriggio andavate in bici, qualche volta ti portava alla partita e tu ci andavi volentieri, perché volevi essere come lui. D’Estate ti insegnava a remare e ad immergerti: hai imparato bene, ancora oggi hai una buona resistenza, nonostante le venti Marlboro al giorno.

A proposito di Marlboro, ti lascio un consiglio gratis: un giorno, verso i 13 anni, un tuo amico ti offrirà la prima sigaretta… Tu dagli un calcio in culo e torna ai videogiochi.

È stato proprio a quell’età, in fondo, che hai subito la prima vera coltellata dalla vita, lo scoprirai, purtroppo: lui se ne andò, sorridendo nonostante la malattia. Tu lo “sentisti”, dall’appartamento dei vicini, svegliandoti, esattamente a quell’ora. Tu lo sapevi già, prima che mamma ce lo dicesse.

Non ti renderai conto per anni di quello che era accaduto, poi una notte capirai, poco più che trentenne: sarà una delle notti più lunghe della tua vita, forse anche una delle più brutte, ma non ti dirò perché, né quando. Se lo facessi rischierei di spingerti a rinunciare ai sei mesi precedenti e sarebbe davvero un grande errore, perché ne sono valsi la pena.

Vivrai un’adolescenza fantastica, nonostante il vuoto nell’anima, anche grazie a tua madre… E nonostante la sua ansia costante: abituati, sarà anche la tua, siete uguali.. Rassegnati!

Gli anni voleranno ed a 17 anni scoprirai due amori: il “Grande ed Unico” ed il “Primo Vero”.

Il Grande ed Unico Amore sarà il palco, la Musica live: la prima band, i “S.I.S.M.A.” ti regaleranno emozioni che pochi a quell’età hanno vissuto. Non riuscirai più a farne a meno, ne sarai per sempre dipendente.

Il Primo Vero Amore sarà C. e tu lo capirai subito, non dovrai neanche sforzarti per riconoscerla: sarà chiaro, evidente, come se fosse sempre stata lì.

Lei ti passerà negli occhi per un attimo, ci resterà per anni, vivrete momenti stupendi, litigherete, farete l’Amore per la prima volta, vi prenderete a schiaffi e farete pace, avrete un cane, la prima vacanza da soli, il primo concerto da patentati. Il più bel ricordo sarà una pasquetta a Paestum: c’era vento, passaste la giornata sul sedile posteriore di quella vecchia Uno bianca a litigare con gli spifferi.

Sarà stupendo, ma finirà: lei avrà le sue colpe, tu tutte le altre e non la dimenticherai mai. Anche ora che stai scrivendo, pensare a lei ti emoziona, anche se in un modo diverso.

Cadrai, ti rialzerai, ricomincerai: presto diventerà una routine, ma quella fu la prima volta e ti sentivi un Dio, solo per esserci riuscito. Vorrei tanto ricordare come si fa, adesso che mi sembra tutto così meccanico ed abitudinario: cadere, rialzarsi, ricominciare… Uff, che palle, ancora?

Ti farai un sacco di Canne e berrai come una spugna, proprio di questo volevo parlarti: non ho nulla in contrario, forse le quantità saranno sbagliate. Per fortuna ad un certo punto crescerai ed accantonerai questi sfizi… Non tutti, ma almeno i peggiori.

Secondo consiglio/rivelazione: le due cose che ti rovineranno i bei momenti saranno troppo alcol e troppo sesso, cerca di essere più equilibrato di me, in entrambi i casi.

Nel 2006 scriverai un libro, neanche bellissimo, il protagonista lo immaginerai come tuo figlio… Se farai le scelte giuste, alcune diverse da quelle che ho fatto io, forse non resterà solo una storia da raccontare.

La prima crisi finirà un giorno di Settembre, dopo un’estate lunga una vita. Settembre è un mese che avrà sempre un odore speciale per noi: una notte resterai da solo a Salerno, ti ubriacherai, incontrerai un amico che ti svelerà alcuni suoi segreti.

Dopo una settimana avrai cambiato facoltà, dopo qualche mese avrai nuovi amici, una nuova band che arriverà a festeggiare il decimo compleanno.

Quella band sarà un’ancora di salvezza molte volte, tienila stretta a due mani.

Durante questi anni scoperai tantissimo, ferirai e sarai ferito, riderai, piangerai, vivrai emozioni intense, belle e brutte: prendile e fanne tesoro, impara, ma non lasciarti trascinare quando saranno devastanti… Passeranno!

Perderai un fratello e su questo sarò duro: sì, forse avresti potuto evitarlo. Il senso di colpa non ti abbandonerà mai.

Arriverà una seconda storia importante, tu terrai la guardia alzata per tanto tempo e quando la abbasserai sarai colpito duramente, dandoti la colpa di non esserti aperto: capirai troppo tardi che era la persona sbagliata per farlo. Ti resterà il ricordo di un “era solo il tuo dovere”, ma fidati ancora: non lo era, era fin troppo.

Quella storia creerà uno strascico di sfiducia nel genere umano e sarà questo a crearti i problemi peggiori, a rovinare una delle cose più belle che ti capiteranno: se riuscirai ad evitarlo, forse, sarai felice.

Preparati, perché nel mezzo del cammino della tua vita ti ritroverai in una selva oscura, smarrirai la retta via… E la Divina Commedia al confronto sarà solo un fumetto per pargoli.

Vorrei dirti che sarai sull’orlo del baratro, ma la triste verità è che ci sprofonderai, cadrai per tutta la profondità, fino ad arenarti sul fondo dell’abisso. Il mondo attorno non lo capirà, forse neanche ci crederà. Ti proporranno soluzioni per problemi che non hai, in alcuni casi ti umilieranno. Tu non li ascoltare, concentrati sul dolore: rimanderai quel momento così a lungo che quando passerà ti sentirai vuoto, più che sollevato.

Porterai un biglietto con sopra scritto “HER” ed un numero di telefono, nel portafogli, per anni… Solo a pochi giorni da questa lettera capirai che è il momento di toglierlo, ma non lo farai subito. Forse lo farai tra poco.

Durante la crisi consocerai donne che non ti daranno nulla, ma te lo daranno poco. Scriverai 35 canzoni, molte dedicate alla stessa persona, ma ti chiederanno solo di quella che non è dedicata a lei. Anche a questo devi abituarti: solo gli Estranei ascolteranno davvero questi pezzi, gli altri li “sentiranno”, ma non nell’anima.

Sarai così sfiduciato dal non riconoscere l’unica persona sincera con te, l’unica che ti ha teso una mano. Senti, devo dirtelo, a volte sei stato proprio un bel coglione!

Il momento più basso lo vivrai a pochi giorni dallo scorso Natale: prenderai un treno, poi ne penderai uno il giorno dopo, ma nella direzione inversa. Durante quelle 24 ore scoprirai di essere davvero un idiota, ti azzopperai (letteralmente) e starai male per qualche giorno. Raggiungerai il punto più basso della tua dignità e quello più alto dello sconforto: sarà a quel punto che alzerai la testa.

Ti renderai conto che sei diventato “il pazzo”, “il mostro”. Rivaluterai molte persone e purtroppo ti sentirai solo.

Come sempre, sarà la Musica a risollevarti. Farai il punto della situazione e vedrai di avere un lavoro, pochi e buoni amici, una famiglia piccola ma unita. Non sarà una resurrezione, ma l’inizio di una scalata. Avrai da faticare, ma anche la voglia di farlo.

È iniziato un nuovo anno da poco, sorridi: comincerà bene. Ci sarà un incontro: starai bene ed è per questo che ti sto scrivendo: prenditi quel bene, perché durerà poco. Lei andrà via praticamente subito ed il baratro ti sussurrerà un nuovo invito.

Sarai bravo sai? Non ti lascerai sedurre, non svestirai il sorriso riconquistato con tanta fatica. Non ti imbruttirai. Vorrai cercarla e non lo farai, la lascerai andare, così come deve essere. Non desidererai particolari spiegazioni, anche di fronte all’ennesimo colpo alla tua autostima: la perderai solo un po’, ma saprai che è lì, da qualche parte.

Innalzerai un nuovo muro, questo è normale e forse neanche negativo. Prima o poi lo abbatterai dall’interno, quando sarà il momento.

Oggi siamo io e te, uno dentro l’altro: tu il bambino che ero, io l’uomo che sarai.

Spero che smetterai di fumare, berrai di meno, sceglierai meglio gli amici. Spero che troverai il tempo di dedicarti un po’ in più alla tua musica. Abbi pazienza.

Non avere paura del dolore, fa parte della vita: più ne scappi e più ti insegue.

Vivi forte e torna da me, perché… Mi manchi ed abbiamo ancora tante cose da fare insieme.

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