Sublime è il mare in tempesta,
agitato ed incattivito dai venti,
che ne fanno letale attrazione.
In quelle vesti ci chiama,
accarezza la nostra incoscienza,
ci invita ad avvicinarci ed entrare.
Ci invita a lasciarlo entrare.
Sublime è un vulcano in eruzione,
che incanta i nostri occhi avidi
di bellezza travolgente ed indomabile.
Sublime è il vuoto senza appigli,
quando ci sporgiamo troppo in avanti,
sentendo il baricentro spostarsi,
l’equilibrio vacillare, verso la rottura.
Sublime è l’incidente sull’altra corsia,
il video amatoriale dello schianto,
il relitto arenato sulla spiaggia.
Sublime è la galleria del telefono,
quando devi cancellare le sue foto.
Sublime è il ricordo di un profumo,
quello di un sapore, di una voce,
quando dovresti lasciarlo andare,
ma ti ci lanci dentro, temerario,
consapevole che ti farà del male.