Seguimi e ti condurrò,
parando i venti contrari,
aprendo nuove strade,
trainandoti, se devo.
Conducimi e ti seguirò,
fiducioso e curioso,
guardandoti le spalle,
spingendoti, se devo.
Fermati e mi fermerò,
che conduca o segua,
attendendo, se devo.
Mostra e guarderò,
racconta ed ascolterò,
indica e raggiungerò.
Chiedi e concederò,
finché ne avrò potere,
finché non sarà pretesa,
finché sarà il tuo bene.
Apriti ed entrerò,
esplorando, imparando,
conoscendoti ancora.
Condividi e conserverò,
come prezioso tesoro,
alla fine di una lunga,
avventurosa ricerca.
Chiamami e risponderò,
accorrendo all’appello,
preparato al soccorso.
Cadi e ti rialzerò,
vacilla e ti sosterrò,
dubita e confermerò.
Scacciami e spariró,
silenzioso ed invisibile,
come vapore nell’aria,
facendo sottile condensa
del mio ricordo, se posso.
Dimenticami e dimenticherò,
come vetro esposto al sole,
perdendo la condensa,
il ricordo del vapore.
Colpiscimi, feriscimi:
infrangerò quel vetro,
affinché non altra condensa
ci si possa ancora fermare.
