Sorridere al puntocoma

Oggi ti penso un po’, anche se non ti conosco e non so che volto hai, non ho la minima idea della tua età, se sei maschio o femmina, da dove vieni, che lingua parli, se professi una religione: io oggi ti penso, forte, perché è l’unico regalo che posso farti, nel tuo giorno.

oggi ti penso un po’, perché non è vero che non ti conosco: di te so poco, ma quanto basta.

Oggi penso a te, che cerchi quella valvola di sfogo che possa abbassare la tensione, come se fossi una pentola a pressione, pronta ad esplodere.

Oggi penso a te, che cerchi di coprire quel dolore senza nome, con uno più riconoscibile, più “accettabile”.

Oggi ti penso, mentre ti nascondi, a volte perfino in piena vista: a volte chiuso in un silenzio ostinato, altre riparato dietro un sorriso ben interpretato.

Oggi, sì proprio oggi, ti penso! Penso a te che “in fondo non hai problemi DAVVERO seri”, a te che “è tutta una questione di volontà”, a te che “vorrei farti vedere chi sta male davvero”.

Oggi penso a te, che vedi nel dolore una colpa… E che pensi che se è una colpa, tanto vale scontarne la pena.

Oggi penso a te, mentre ti guardi allo specchio, senza riconoscerti e pensi che, magari, la prossima volta andrai un po’ più a fondo, berrai un goccio in più, darai più gas, farai ancora una puntata, sfiderai quello più grosso.

Oggi ti penso di più, perché oggi vorrei che tu mi credessi quando ti dico che andrà meglio, ma non basta volerlo, ti ci devi impegnare, magari chiedere aiuto: non ci sarà un traguardo, ma sempre e solo la prossima tappa.

Oggi ti penso, perché vorrei poterti far capire che non tocca a te salvare questo cazzo di mondo: non è tuo dovere essere perfetto/a!

Cadere ti è concesso!

Oggi non riesco a non pensarti, perché dicono che il 16 aprile sia il tuo giorno, altri che lo sia il 1 marzo; la verità è che io ti penso tutti i giorni, oggi volevo solo dirtelo.

Dai, oggi sopportali, con quel puntocoma disegnato sul braccio, mentre urlano al mondo l’ennesimo “Je suis”, tanto lo sai che domani la smetteranno: oggi ti tocca far finta che capiscano davvero.

Oggi sorridi un po’ in più, fallo per loro: ci stanno provando… Sorridi al puntocoma!

Oggi ti penso, perché io non ho bisogno di disegnarmelo… Io ce l’ho lì, sempre presente…

Oggi ti penso, perché sono solo una tappa avanti a te… Se ti va di raggiungermi, ti aspetto…

Se posso io, puoi anche tu…

Oggi, pensaci!

3 pensieri su “Sorridere al puntocoma

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