L’alunno perfetto

Ho imparato

a camminare solo,

perdendomi in strade smarrite,

ritrovandomi in nuove abitudini.

Ho imparato

a non cercare un volto,

dieci, cento diversi.

Ho imparato

a non invocare un solo nome,

ma dieci, cento nei miei versi.

Ho imparato

a vivere oggi, ora, adesso,

senza aspettare il passato,

senza aspettarmi il futuro.

Ho imparato

a non rincorrere, né aspettare.

Ho imparato

a non chiedere spiegazioni,

come a non spiegare.

Ho imparato

a non pregare un Dio,

figuriamoci l’Umano.

Ho imparato

a fuggire, al primo accenno,

al primo segnale di pericolo.

Ho imparato,

pagando le lezioni alla Vita,

con notti insonni e ubriache,

solchi violenti sulla pelle,

lividi dolenti sulle nocche,

anni irrimediabilmente perduti.

Ho imparato,

perché il prezzo è stato alto:

come puoi immaginare

che adesso dimentichi?

Ho imparato,

forse troppo bene,

diventando l’alunno perfetto:

quello che applica

ciò che ha imparato.

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