La colpa è mia,
lo è sempre stata.
Io ti ho aperto la porta,
ma non avevi bussato.
Io ho creduto ad una promessa
che non avevi fatto.
La Colpa è mia,
non nella fuga,
ma nell’approdo:
Non hai mai offerto
un molo a cui legarmi.
Io ho alzato la vela,
ma non eri vento.
Io ho coltivato,
ma non eri seme.
Io ho scavato,
ma non eri fonte.
La colpa è mia,
che ti ho guardato,
ma non ti mostravi.
Ti ho parlato
e non ascoltavi.
La colpa è mia,
che ho perdonato:
non ti accusavi.
La colpa è mia,
perché ho voglia di te.
La colpa è mia,
non so odiarti,
non ancora.
La colpa è mia,
perché avrei rischiato,
ancora.
In un futuro alternativo,
avrò il merito di voltarmi,
dipingerti di ogni male
e prendermi ogni bene.
La colpa è mia,
perché tu eri la ragione,
non certo lo scopo.
La mia colpa sei tu,
il pensiero sincero,
il desiderio letale,
la mia punizione.
