Aurora dorme sul divano

Sono molto arrabbiato con Aurora, sono arrabbiato perché mi ha tradito, mi ha mancato di rispetto, mi ha fatto del male.

 

Ricordate Aurora? Se esistesse davvero, se fosse una persona tangibile, fatta di carne e di ossa, fisicamente in grado di essere toccata… Beh… Ora meriterebbe una raffica di schiaffi da denuncia immediata e vi giuro che mi andrei a costituire io stesso, se avessi la possibilità di darglieli.

Credetemi, li meriterebbe tutti, uno per uno, per quanto è stata stupida, ingenua ed inadeguata.

Il veleno che sto rigurgitando è evidente, sotto gli occhi di chi arriva al blog, ma è solo una minima parte di quello che ho ancora in corpo.

Questa volta è, però, un veleno diverso, non fatto di malinconie e nostalgie, ma di pura, semplice ed ostinata rabbia.

Sono talmente arrabbiato con lei, che non riesco a vederla come una parte di me, cosa che normalmente mi viene naturale.

Normalmente, infatti, la sento, la percepisco, ci dialogo, dopo anni di esercizio ero riuscito a fare di lei una vera e propria anima gemella: oggi, invece, la vedo solo come una stupida e smielata invenzione letteraria.

Se fosse la mia ragazza staremmo dormendo di spalle, se fosse mia sorella ci saremmo picchiati, se fosse la mia migliore amica non ci staremmo parlando.

Se esistesse davvero, adesso sarebbe molto più facile, invece è solo il nome che do alla mia parte “femminile”.

Partiamo da un assunto, che spiegherà anche, in parte, perché sono tanto arrabbiato con lei: io per “femminile” intendo “empatica, sensibile, delicata”, ma a quanto vedo, ultimamente, non è il termine più adatto.

Io di sensibilità, empatia e delicatezza nelle donne ne vedo sempre meno: cazzo, l’eccezione doveva essere proprio la mia? Non è una buona ragione per essere incazzati con lei?

Io in molte donne di oggi vedo aggressività, un malsano senso di competizione, strafottenza per i sentimenti dell’altro… Io, oggi, in molte donne vedo cattiveria!

Perché, quindi, la mia parte femminile deve essere sensibile? Sarebbe masochismo, per una lesbica alla quale piace quella categoria di donne di cui sopra.

È tempo, forse, che anche Aurora impari a fottersene, ad ingannare, a mentire, a rigirare e raggirare, a fare spallucce, a giocare con i sentimenti, a fare male e poi dire:

“Io sono una donna moderna, libera e forte!”

Aurora, invece, quando si sente dire queste parole pensa:

“No, sei solo una grandissima stronza!”

Ha ragione, certo, chi lo nega… Il problema è che lo pensa, lo dice, ma poi lo subisce anche!

Sono incazzato con Aurora perché dovrebbe diventare una grandissima stronza!

Sono incazzato con Aurora perché mi convince sempre a seguirla, anche nei suicidi e nelle seconde, terze e quarte possibilità che da alle persone, soprattutto a quelle evidentemente sbagliate!

Sono incazzato con lei perché qualche sera fa ha detto “vado a fare un giro da sola” ed è rincasata tre ore dopo, in lacrime, minacciando il suicidio, sporca di terra e di insulti, con le nocche violacee, completamente ubriaca ed in preda ad uno stato confusionale che, insieme, credevamo non avremmo mai rivissuto.

Sono incazzato con Aurora perché, dopo quella volta, avevamo lavorato molto, affinché non accadesse mai più… Sono incazzato con lei perché quella volta era a causa di una donna di quelle che ti capitano una sola volta nella vita e nei confronti della quale era stata lei in errore: questa volta, nulla di tutto questo!

Certo, neanche si avvicinata a quello che successe l’ultima volta, ma solo perché l’ho presa in tempo.

Sono incazzato con Aurora, perché ha tradito la mia fiducia: “sono forte adesso, vedrai” aveva detto… Forte un cazzo!

Sono incazzato con lei, ovviamente, perché sono incazzato con me stesso: dovevo essere più fermo, stavolta, fin dall’inizio, fin da quando ho cominciato ad avere il sospetto che qualcuno si stesse approfittando di lei. Dovevo non permetterle di mandare un messaggio ed andare via, quella notte a quella festa, invece di lasciarmi convincere ad aspettare, ancora…

Sono incazzato con me stesso perché avevo promesso di proteggerla, ma le ho permesso di convincermi che non ce ne fosse bisogno, oppure mi ha fatto comodo crederlo.

Lei è il flusso ed io la roccia, non posso dimenticarlo.

Non posso lasciarla sola, non ancora, ci ammazzerebbe entrambi. Devo rimetterla dentro, ancora… Ancora una volta: Aurora torna a dormire sul divano, lontano da me, soprattutto di notte.

Ora non parla, ma non come quella volta in cui ha fatto un casino, altra occasione in cui avrei dovuto non permetterle di autogestirsi. Stavolta è diverso: quella volta non parlava con me, perché mi odiava. Adesso, invece, non parla col mondo, perché si odia.

Lei lo sa di aver sbagliato e non riesce a guardarmi negli occhi, anche perché è consapevole che non le darei la possibilità di farlo: ha permesso a quella persona, a quelle persone di definirci nei modi più umilianti, girando su di noi le loro stesse colpe.

No, Aurora, stavolta non posso passarci sopra: scrivi una canzone, vomita sul blog, gioca col telefonino, ma stavolta non la passi liscia, stavolta non esci più, con me, da quella casa… Non ora, non per molto ancora.

Sono incazzato con Aurora, perché quando la feriscono divento un animale ed a me non piace.

Sono incazzato con Aurora, perché è bella e luminosa come il momento dell’alba da cui prende il nome, ma permette sempre all’ombra di impadronirsi di lei… Di noi!

Sono incazzato con Aurora perché potrebbe, ma non sogna… Non i sogni che dovrebbe!

2 pensieri su “Aurora dorme sul divano

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