Voglio sentirvi stonare o almeno fare un vero playback!

[Tempo di lettura stimato: 7 minuti]

C’erano una volta i cantanti che stonavano, che bei tempi!

Domenica sono andato al mare e al lido, accanto alla spiaggia che avevo scelto, c’era un concerto. Ho saputo, poi, che di lì a poco sarebbe arrivata Elettra Lamborghini. Nell’attesa, il lido aveva organizzato un pre-party con musica bum-bum.

Ora, non voglio minimamente parlare della Lamborhini che, pur non conoscendo neanche una delle sue canzoni, mi sta anche televisivamente simpatica.

Il punto è che io al mare vado per rilassarmi e quindi, ovviamente, ho cercato riparo per le mie orecchie, allontanandomi il più possibile dal palco, fino a una zona dove la “musica” arrivava più attutita.

Il bum bum bum bum stava sul cazzo a vent’anni, figurati oggi!

Siamo rimasti in spiaggia fino quasi al tramonto, quando abbiamo raccattato la nostra roba e siamo tornati indietro, verso l’auto.

A quel punto il volume della musica era diminuito, io conosco le dinamiche di questi eventi ed ho capito che il momento della Lamborghini stava per arrivare.

Di solito, infatti, funziona così: a un certo punto si mette musica d’ascolto, a un volume più basso, per preparare il palco alla guest star.

Camminando e avvicinandoci al palco, però, le canzoni rap che sentivo mi sembravano “diverse”, c’era qualcosa di strano: ogni tanto, qui e lì, veniva fuori un urlo, un ringraziamento al pubblico e tutto quello che, di solito, si affianca più a un’esibizione live, che a una canzone registrata.

Era un’esibizione live? Impossibile, pensavo, perché si sentivano bene tutte le parole e io so bene che, nella quasi totalità dei casi, i giovani rapper emergenti non hanno la minima cura né per “cantare” bene, né per impugnare bene il microfono e spesso neanche d’imparare le proprie canzoni a memoria.

Ebbene, mi sbagliavo! Una volta arrivato al palco, ho scoperto che si trattava effettivamente di un live e ne sono stato contento!

Per chi non lo sapesse, io ho passato buona parte della mia giovinezza a fare “il rapper” e ancora oggi seguo un po’ di artisti, come Murubutu, Caparezza e Rancore, che considero dei veri e propri cantautori (vedi articolo qui), ma per il resto mi ritengo molto deluso da questo genere.

Potete immaginare, quindi, quanto sono stato contento nel pensare “sono bravi questi ragazzi, si capisce perfino quello che dicono e intonano i ritornelli”!

Con questo fiducioso pensiero e l’animo più felice, abbiamo superato il palco e ci siamo avviati verso l’auto, che era parcheggiata esattamente dietro l’area del back-stage.

Intanto, sul palco, era arrivata un altra band e anche questa scandiva le parole e intonava i ritornelli: “WOW, due su due, incredibile!”

Sì, troppo incredibile, per essere vero!

Io ho girato tra palchi e back-stage per almeno la metà della mia vita e qualcosa continuava a non convincermi: un gruppo di rapper bravi poteva starci, due no!

Poi, ho capito cosa non quadrava, anche grazie al fatto che dal retro del palco arrivava l’audio delle spie: non era un playback, era qualcosa di molto, molto peggio!

Questi giovani rapper mandavano le basi CON LE VOCI REGISTRATE e le doppiavano live, senza neanche la cura di nasconderlo! Ogni tanto lanciavano uno “yo”, un “bella frate” e la gente era contenta!

Cazzo, non esiste neanche più il playback di una volta!

Niente, per un attimo avevo ritrovato speranza nelle nuove generazioni di rapper, ma è finito subito!

Del resto, non c’era neanche tanto da prendersela! Stiamo parlando comunque di giovani ragazzi che si divertono a fare finta di cantare e ai quali il mercato chiede di fare più da animatori che da cantanti.

Con questo pensiero, torniamo a casa e nella mia mente riaffiorano i ricordi di quando, negli anni ’90, si faceva rap con un beat rubato col mangiacassette e il microfono comprato al mercato, senza troppi aiutini e sicuramente senza a(i)utotune.

Mi sono sentito vecchio, ma felicemente tale!

Passano i giorni e siamo arrivati a ieri sera, quando lo zapping post-cena mi ha portato al concerto “LOVE MI”, in Piazza Duomo a Milano.

Sono rimasto sintonizzato per pochissimo tempo, perché i miei programmi erano altri, ma è bastato per farmi “godere” dell’esibizione di Ghali e di due altri tizi, a me sconosciuti, che ha chiamato sul palco.

Per chi non conoscesse Ghali, è quello della pubblicità del McDonald’s e di “bell’atmosfera, yeyeyeyeye”, che avrete sicuramente sentito girare in qualche pubblicità e che io riesco a collegare al suo volto, grazie a una parodia porno che girava, qualche tempo fa, tra i gruppi di Whatsapp.

Anche in questo caso, nulla contro di lui, mi sta simpatico, forse anche più della Lamborghini, anche per la vicenda del suo scontro con Salvini, quindi tanti di cappello!

Il punto è che anche Ghali e i suoi due sodali, a quanto pare molto famosi tra i giovani, si sono esibiti con lo stesso stratagemma, usato dai rapper emergenti, qualche giorno prima in spiaggia!

La base, sulla quale “cantavano”, era comprensiva di voci!

Una volta si chiamava playback, ma ripeto che in questo caso è qualcosa di più!

Nel playback, infatti, i cantanti fanno finta di cantare, ma i microfoni sono staccati.

In questo caso, invece, i microfoni erano perfettamente funzionanti e le voci “live” si sommavano a quelle della base, tanto che molto spesso i cantanti si “distraevano”, prendevano una pausa, giocavano col pubblico, lanciavano uno “yo” e lasciavano alla base il compito di continuare l’esibizione.

Se fossero andati via, in altre parole, non sarebbe cambiato assolutamente nulla!

Ma che ne sanno i “vecchi” dei miei tempi, che si lamentavano della Musica “dei giovani” e affermavano che la loro, sì, era vera Musica?

Quei vecchi, almeno, potevano lamentarsi di una Musica in cui ancora si suonava o almeno si faceva finta di farlo!

Oggi sì, oggi NOI possiamo dire, con tutto il diritto del mondo, la frase “ai miei tempi”!

Che grande soddisfazione, ricordo, era quando si svelava un playback e più erano bravi nel nasconderlo, più era bello smascherarli!

“Ai miei tempi” c’erano quelli che “non sono capaci, si vede che è playback”!

“Ai miei tempi”, quando un cantante stonava, eravamo contenti, perché voleva dire che stava cantando dal vivo!

Sono vecchio? Sono Boomer! Cazzo sì, ma almeno io, “ai miei tempi”, mi prendevo delle responsabilità!

Da qualche parte, in qualche cassetto, devo avere ancora i fogli con i testi delle canzoni dell’adolescenza, con segnate le pause per respirare, quelle in cui dovevo fare più attenzione e quelle in cui mi sentivo più sicuro. Sono certo, che non sono l’unico quarantenne a ricordare questi piccoli trucchetti!

Oggi, invece, a quanto pare, non serve più: se non ce la fai col fiato, semplicemente smetti di cantare, tanto c’è il tuo gemello nella base.

Una volta si cercavano gli amici che ti facevano da double, oggi si fa da double ai se stessi registrati.

Perché accade? Come è potuto succedere?

Non voglio essere ripetitivo, ma penso che, anche in questo caso, sia colpa dell’irraggiungibile illusione di perfezione, alla quale la società, spinta specialmente dai social, ci sta spingendo!

Come “aggiustiamo” le nostre foto con i filtri e ci preoccupiamo di pubblicare solo quelle attentamente selezionate, così i ragazzini preferiscono una bella finzione, anche nella Musica!

Non conta la canzone, non conta il testo, conta solo l’outfit e la coreografia: la Musica è diventata un oggetto di scena, non è più la protagonista!

È lo stesso discorso che ho affrontato in “Mi mancano le foto con gli occhi rossi“, stavolta mi mancano le stonature e perfino i playback!

Voi non sapete quanto è stato bello, per me, sentire Achille Lauro stonare all’Eurovision: grazie fratello, mi hai riportato indietro ai bei tempi!

Non ho frasi a effetto, per concludere questo articolo, né una morale, né una vera e propria chiusa!

In fondo, potete considerare queste parole come una pagina di diario, nella quale ho preso atto di essere un fossile, in balia della memoria di tempi più felici.

Quindi, per non perdere l’abitudine di chiudere con fantasia, ruberò una frase di Caparezza: “Non avere paura di stonare, non le popstar, le campane suonano per secoli!”

Ora scusate, vado a “omaggiare il silenzio, fingendo di lasciare un fiore sulla tomba di Marcel Marceau!”


Foto di cottonbro: https://www.pexels.com/it-it/foto/moda-persone-donna-gambe-5648348/


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