Gli oggetti abbandonati prendono polvere,
non hanno uno scopo, un fine, una vita,
inutilizzati da mani lontane.
I giocattoli di un bambino distratto,
cresciuto, mai nato o solo capriccioso.
Gli strumenti di un musicista svogliato,
per poca passione o per troppe platee.
I trucchi di una donna negletta,
che rinuncia agli occhi degli altri.
I bicchieri di un bar chiuso da mesi,
che perdono memoria del brindisi.
L’abito della domenica del marinaio,
che a volte torna per vestirlo, a volte no.
Le scarpe di una ballerina infortunata,
che le guarda, ma non osa calzarle.
Le automobili dei nonni inabili,
coperti dallo spesso telone degli anni.
I libri più in alto, sugli scaffali d’archivio,
come vecchi cani rinchiusi, attendono.
Le mani di un amante scacciato,
che cercano pelle e trovano il calice.
Le parole di un poeta maldestro,
perdute in dediche sempre più sorde.
Gli oggetti abbandonati prendono polvere,
non hanno uno scopo, un fine, una vita,
fino a nuovi utilizzi, in mani ribelli.