Alla fine del sentiero, io non aspetto!
Il tempo, bieco ammaliatore, m’insegue.
M’irretiscono i canti di Vita,
sirena che ammalia e corrompe,
con promesse d’estasi mortali.
Nel giorno più lungo, io non aspetto.
Non mi conservo, non mi risparmio,
non riservo i miei occhi avidi,
per occhi distratti e distanti.
Lungo il cammino, io non aspetto.
Io non vado avanti, ma sorpasso,
scavalco, aggiro e lascio alle spalle.
Alla fine del racconto, io non aspetto.
Non sarò il bambino che s’addormenta,
ma lo scrittore che lo inventa daccapo,
continuando a dar voce ad eroi e fate,
anche quando la luce è spenta. Silenzio!
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