“Non è la fame, ma l’ignoranza che uccide (patapam)” è una delle frasi che mi farei tatuare volentieri sulla fronte, se non fosse che l’ignoranza non è ormai un problema così grave quanto la presunzione di cultura.
Oggi mi sento più Bloggolo del solito, sento forte il reflusso del cinico veleno dei primi tempi di questo blog.
Ho perfino difficoltà a trovare un filo logico, a capire da dove far partire il discorso e dove farlo arrivare, tanto è il veleno che mi sprizza fuori dalle orecchie, trasuda dalla pelle, si deposita tra i capelli e mi sgocciola dal naso!
Partirò quindi da una presa di coscienza: io sono un pezzo di merda!
Io sono un razzista, maschilista, maschio bianco patriarca e fallocrate (questo più volte assodato ormai), fascio-comu-leghista, violentatore di animali, insensibile, ignorante, presuntuoso, figlio di papà e pure un po’ chiachiello!
Non posso far altro che inchinarmi al voto popolare del tribunale universale dell’opinione pubblica e sottomettermi alla maggioranza dei pareri della corte suprema dei diritti della uallera!
Fidatevi, lo sono e neanche da poco, ma da sempre!
La prima volta che mi è stato detto di essere razzista avevo 15 anni e stavo esprimendo la mia opinione sull’elezione della bellissima Denny Mendez alla carica di Miss Italia.
Il mio parere dell’epoca, che non è cambiato oggi, era che una Miss Italia dovrebbe almeno parlare un buon italiano e che quell’elezione le fosse stata data solo perché di colore. Sostenevo e sostengo che fosse stata una scelta discriminatoria, perché assegnare una carica per non dare l’impressione di essere razzisti era razzismo inverso.
Per fortuna i miei compagni di classe, che avevano letto un paragrafo sul razzismo nel libro “I Nuovi Termini“, mi fecero notare che invece io ero razzista perché stavo parlando contro una donna dalla pelle nera. Se non fosse stato per quella mezza paginetta, in un sussidiario vendutoci da un venditore ambulante, probabilmente imparentato con la prof di italiano, io starei ancora pensando di non essere razzista.
Nella stessa occasione, per la stessa ragione e grazie allo stesso sussidiario, i miei compagni mi spiegarono anche, per la prima volta, quanto fossi maschilista: avevo affermato che i concorsi di bellezza mi stavano sui coglioni e li trovavo umilianti per le donne, ma anche che se una donna, di sua spontanea volontà, voleva indossare costume e tacchi a spillo per farsi dare dei voti, come ad un concorso di cavalli, doveva sentirsi libera di farlo.
Io pensavo di essere un liberale, invece ero sia razzista che maschilista: devo ringraziare Franco Biancardi e le Edizioni Manna per aver dato ai miei compagni le basi necessarie per smascherare il mio inganno.
Quello fu il mio primo impatto con il mio lato oscuro, ma ce ne sarebbero stati tanti altri.
L’11 Settembre del 2001, ad esempio, ho capito di essere un terrorista filo-islamico. Io non lo sapevo, ma l’ho scoperto grazie ai frequentatori del bar di paese, che stavano commentando i famosi e tristi attentati di quel giorno.
Come mio solito, dato che non ho mai imparato a farmi i cazzacci miei, mi unii alla conversazione. Il mio parere era che gli attentati fossero una tragedia senza precedenti ed ero sinceramente molto addolorato per tutte quelle vite spezzate, ma sostenevo anche che c’era da aspettarselo che, prima o poi, dato che gli USA stavano facendo la parte del bullo da troppi anni e su troppi popoli. In più il WTO era stato preso di mira già altre volte.
Per fortuna, nuovamente, la commissione esaminatrice del bar, tra un Campari e l’altro, trasportata da sentimenti di solidarietà e vicinanza verso gli USA, mi illustrarono le ragioni per le quali io ero (e quindi sono ancora) un sostenitore del terrorismo di matrice islamica. Mi rimase e mi resta il dubbio sul fatto che solo qualche anno prima li avevo sentiti augurarsi la morte di ogni statunitense sul pianeta, ricordando L’incidente del Cernis, ma questo è dovuto al fatto che, tra le altre aberrazioni di cui mi macchio abitualmente, mi capita anche di distorcere la realtà.
Con il passare degli anni e l’avanzare dell’età, come spesso accade, le caratteristiche peculiari del mio carattere si sono rafforzate e quindi sono diventato un pezzo di merda ancora più fetente di quello che ero!
Per la gente di sinistra, ad esempio, sono stato spesso “Il Fascistone”, come quando ho affermato che il diritto allo studio dovrebbe essere dato ai “Capaci E Meritevoli” (con la congiunzione “E”, non con la “O”), come affermerebbe la Costituzione della Repubblica Italiana, che le università dovrebbero essere un livello di istruzione “avanzata” e che dovrebbero svuotarsi da tanta gente che ci si parcheggia e che toglie risorse e docenti a chi, invece, ha davvero voglia di studiare.
Più volte questa mia opinione mi ha portato allo scontro verbale, perfino con persone che stimavo e che ancora oggi stimo, ma molto più spesso con le capre parcheggiate di cui sopra, che con i modi adeguatamente configurati su livello “slogan da corteo”, mi hanno aperto gli occhi sul mio fascismo interiore.
Ho già parlato, in questo blog, della mia posizione sul movimento “Free Bleeding“, che sarebbe la rivendicazione, da parte di alcune donne, del loro diritto di non adottare forme di contenimento del flusso mestruale, nato dalla giustissima protesta di tre atlete indiane, contro l’innalzamento delle tasse sugli assorbenti. Salvo restando che ognuno, su questa terra, può fare quell oche vuole, finché non lede la libertà dell’altro, io resto convinto che trovare sull’autobus il sediolino macchiato di sangue mi faccia un po’ schifo. PER QUESTO, io sono diventato il maschilista fallocrate e patriarca (testuali parole di alcune twitter-star), che vuole imporre il suo volere sul corpo delle donne.
Capendo di esserlo lo accetto e mi rendo conto che macchiare quel sediolino non sia una forma di lesione della libertà altrui, quindi non lo sarebbe neanche il mio emettere flatulenze in direzione del caffè della persona che ha lasciato quella chiazza.
Io ringrazio, lo faccio sempre, perché se non fosse per queste persone io starei ancora pensando che la mia naturale propensione alla discriminazione sia semplicemente buona educazione.
Anche nella coppia, ad esempio, mi è stato recentemente spiegato di essere tendente al patriarcato, avendo affermato che un uomo che sta per diventare padre dovrebbe essere messo al correre del fatto che la sua controparte femminile ha deciso di abortire. Io pensavo che u nfigli osi facesse in due, invece ho scoperto, da poco, che l’uomo è semplicemente un dispenser di liquidi seminale ed una volta fatto lo schizzetto dovrebbe tacere.
A quanto ho capito, dire “TACI” ad un uomo, sul futuro di suo figlio, non equivale a dire “muta” ad una donna su qualsiasi altra questione. Ora lo so e ringrazio infinitamente chi me l’ha spiegato.
Arriviamo ai giorni presenti, al caso di George Floyd, alle conseguenze che ha portato, alle statue abbattute, alla decisione di eliminare la parola “sbiancante” dalle confezioni dei dentifrici, fino a quella di riservare il doppiaggio dei personaggi neri dei cartoni animati ad attori di colore.
Vi rendete conto che io non ci avevo capito proprio nulla? Io pensavo che, quando, nei film degli anni 30, costringevano gli attori neri ad usare la cosiddetta “black Voice”, si trattasse di una forma di discriminazione.
Invece NO!!! Evidentemente bianchi e neri hanno organi di produzione vocale differenti ed è giusto distinguere i loro ruoli nel doppiaggi odi un cartone animato!
Aggiungerei, dato che sto provando ad applicare le nuove nozioni imparate, che i cinesi dovrebbero essere doppiati sol oda cinesi e parlare tutti con la “L” al posto della “R”, come gli spagnoli dovrebbero finire tutte le frasi con la “S”!
AH, tanto per chiarire, dato che il luogo comune è diventata la regola, adesso la credenza che i neri hanno “il ritmo nel sangue ed il pisello grande” (cit.) è diventata una regola fondamentale che presto mi impegnerò per far ratificare in principio costituzionale.
Sempre sulle conseguenze della morte di George Floyd, apprendo che le persone di colore non hanno i denti bianchi e quindi di essere anche un daltonico selettivo, perché io li ho visti sempre dello stesso colore dei miei. Mah, misteri della scienza!
Concludo questo piccolo escursus nelle mie disfunzioni sociali, parlandovi dell’ultima lezione che ho imparato, relativa al caso dello straniero che ha tentato di arrostire e magiare un gatto.
Non ho potuto capire di essere razzista, perché già lo sapevo. Quindi quando ho detto che eraun gesto assurdo, perché in Italia esistono centri ed associazioni in grado di fornire un pasto caldo a chiunque, non mi sono stupito di sentirmi dire che non capisco perché non conosco la situazione di quel ragazzo e perché lo discrimino per il colore della sua pelle.
Io sono razzista, nei confronti di quel ragazzo, perché ho detto che non stava cuocendo il gatto perché aveva fame, ma perché già più volte dichiarato instabile mentalmente e che lo scandalo fosse che nessuno se ne stesse prendendo cura.
Quello che ho imparato, invece , è altro! La persona che me l’ha spiegato è una donna, bianca ed occidentale, che ci ha tenuto a chiarire che un maschio bianco occidentale non poteva capire la fame patita dal ragazzo. Quel’è la lezione? Facile! Ho capito che una donna (bianca, occidentale) può invece capirla!
Non c’è altra spiegazione, perché altrimenti non si spiega perché specificare il sesso: perché dire “maschio”? Se specifico il genere di chi non può capire, allora specifico anche quello di chi può farlo!
Per lo stesso principio, quindi, la mia convinzione che specificare la nazionalità di un pirata della strada fosse mera discriminazione, nei titoli acchiappa clic, era totalmente sbagliata!
Dimentico qualcosa? Ah sì, no nvi ho spiegato perché sono un figlio di papà e chiachiello.
In realtà non ricordo il perché, ma una volta mi è stato detto che lo sono e che sono anche pieno di soldi. Lasciamo stare il fatto che mio padre sia morto nel 1994 e che da allora mia madre abbia fatto i salti mortali per permettermi di non andare in giro con le pezze al culo, quel che conta è che se te lo dicono in un commento in Facebook ,allora è vero!
Sul significato della parola “chiachiello” vi invito a fare ricerche sul web ed in questo caso non ho nulla da dire, neanche ci provo a difendermi… Se sono tutto il resto, allora è facile che sia anche questo!
Riassumendo, io chiedo scusa per tutto quello che sono, ma a quasi quarant’anni non posso più cambiare e sono costretto a restare come sono.
Continuerò, quindi, a giudicare persona per persona, caso per caso, evento per evento, senza badare al colore della pelle, alla nazionalità ed alla religione, ma solo alle azioni ed alle idee.
Dirò tranquillamente che un uomo è un coglione, anche se ha la pelle nera, perché proprio non riesco a fargli un trattamento di favore ed a vederlo diverso da uno con la pelle bianca.
Per me uomo e donna sono uguali e devono confrontarsi, specie quando decidono di diventare una coppia ed a maggior ragione se da questa unione nasce qualcosa di terzo ed “altro” rispetto a loro”.
Per me, per sfortuna, tutte le persone sono uguali e la loro diversità non è una discriminante, ma solo una grande ed inesauribile ricchezza.
Mi scuso, ma io sono un pezzo di merda e quindi non posso che rispondere come meglio si addice a quelli come me: DOPPIAMI STOGATTO!!!