Fuck the Violenza!

#FUCKTHEVIOLENZA!

Per secoli le rivoluzioni si sono fatte versando sangue e sradicando statue, sembra sia andata bene… Perché non continuare?

Ovviamente sono sarcastico, lo specifico per tutti coloro che hanno orecchie ed occhi troppo ricolmi di odio per poterlo capire.

Quante volte ho detto, in questo blog, di avere paura? Tante, troppe, continuamente!

Beh, ce l’ho ancora! Ho paura e devo rammaricarmi del fatto che il terrore derivi proprio da quelle parti con le quali dovrei essere in accordo: DOVREI!

Uso il condizionale, perché tra un’idea e la sua attuazione c’è sempre di mezzo il metodo, che è quello con il quale non riesco MAI ad essere d’accordo, specie negli ultimi giorni.

Mi riferisco, ovviamente e ancora, alle recenti sommosse derivate dall’omicidio di George Floyd, che vedono nello sradicamento delle statue il loro picco di manifestazione.

Mi sono fermato a riflettere su che parere avrebbe Gandhi di tutto questo, proprio lui che si è inventato una rivoluzione pacifica, forse unica nel suo genere. Da questa riflessione sono passato a quella sulla Guerra in Vietnam: non furono gli scontri di piazza a fermarli, ma un concerto (Woodstock) e le ragazzine che opponevano fiori ai fucili!

CAZZO, MA NON ABBIAMO IMPARATO QUALCOSA DA TUTTO QUESTO? A quanto pare no!!!

(NB: a quel concerto la band “The Who” rifiutò di esibirsi fin quando non ricevettero un assegno anticipato… Che dite, li boicottiamo in quanto capitalisti?)

AL CONTRARIO e come controprova, i moti rivoluzionari del 1789 in Francia (la “Rivoluzione Francese“), che certamente erano spinti da esigenze di giustizia sociale, finirono per sfociare in un periodo chiamato “del terrore“, dove gli aguzzini erano proprio i capi rivoluzionari. Alla fine le teste dei “ghigliottinatori” furono ghigliottinate a loro volta.

Sono preoccupato per le future generazioni, alle quali stiamo insegnando a preferire l’azione d’istinto al pensiero critico: caro giovane, non fermarti a riflettere sul simbolo, ma sradicalo!

Una volta rimosso quel simbolo, così di punto in bianco e senza alcuna discussione, al suo posto resterà solo uno spazio vuoto, circondato esclusivamente dal ricordo della violenza che lo ha creato.

Di esempi ne abbiamo, ne cito solo due per tutti: le statue sradicate di Stalin e Lenin in Russia e quelle di Hussein in Iraq non hanno lasciato il posto a grandi imprese democratiche! Anzi, si è solo sostituito un regime con un altro, una violenza con un’altra, un’idiozia con un’altra!

Il genere umano dimostra continuamente la sua straordinaria capacità di sprecare occasioni!

Pensiamoci: se cancellassimo dalla storia ogni ricordo di Hitler, come faremmo ad indicarlo come esempio da non seguire?

Un insegnamento resta un insegnamento, il compito dell’insegnate (semmai) è quello di indicarne i vari punti di vista, fornendo all’alunno gli strumenti necessari per discernere e stabilire quale scegliere.

The birth of a nation, ad esempio, è un film del 1915 di D.W.Griffith, dagli accenti profondamente razzisti. Questo film, sfortunatamente, è anche il primo esempi odi “montaggio”, quindi di cinema moderno. Dovremmo eliminarlo dai piani di studio cinematografici o insegnare agli studenti a discernere e prenderne le distanze, leggendo il testo filmico dai diversi punti di vista storici?

Come la mettiamo, poi, con i diversi punti di vista, quando sono entrambi degni di comprensione?

Churcill era primo ministro di un paese storicamente imperialista e colonialista, caratteristiche che noi oggi ripudiamo, ma che all’epoca erano “normali” (tra mille virgolette). Anche volendo accettare il fatto che giudicarlo “razzista” sia leggere quel periodo con gli occhi dell’uomo moderno, perché effettivamente evoluti e superiori, come la mettiamo con gli Ebrei liberati dopo lo Sbarco in Normandia, architettato proprio da Churcill?

Stalin era, SENZA DUBBIO ALCUNO, un dittatore genocida, sanguinario e senza scrupoli, ma furono le sue truppe a liberare il campo di Auschwitz.

Certo, entrambi questi capi di stato avevano i loro interessi nel compiere queste imprese, che sicuramente andavano ben oltre il solo sentimento umanitario: non è possibile, quindi, schierarsi ciecamente “a favore o contro”.

Sarebbe meglio, invece, ragionare, giudicare criticamente, guardare al simbolo con occhi preparati, in modo da riuscire a collocarlo nella sua giusta nicchia storica.

Nessuna verità è mai assoluta e considerarla tale potrebbe essere davvero pericoloso.

I dogmi, per loro natura, sono privazione di libertà. Se Churcill era un tiranno “punto e basta”, allora lo era anche Giulio Cesare: dovremmo sradicare le sue statue da Roma, giudicando una storia di due millenni fa secondo i canoni attuali?

Senza contare, poi, il pericolo costituito dal “martirio”!

Una statua in un museo, anche se di un negriero, può essere fonte di ribrezzo per secoli, cosa che non può fare un piedistallo vuoto!

Un esempio facile facile? Benito Mussolini a testa in giù!

Dal giorno in cui il corpo del Duce Italico fu appeso a quella pompa di benzina a Piazzale Loreto, i suoi fedelissimi ne hanno sempre fatto un simbolo: “i nostri metodi non sono diversi dai vostri”, hanno sempre ripetuto ai propri nemici, innalzando il cadavere di Mussolini a “martire immolato per la causa”.

Credete sarebbe successa la stessa cosa, se il dittatore, sconfitto ed annichilito, fosse stato processato e costretto ad invecchiare nella sconfitta?

Un vecchio inerme non avrebbe fatto tanti danni quanto quel corpo appeso!

La violenza, purtroppo, non ha altro risultato di generale altra violenza e SE DAVVERO vogliamo un mondo libero da questa piaga, dobbiamo cominciare a vivere come se già lo fosse.

Se vogliamo un mondo di cultura, dobbiamo reagire con la cultura. Se vogliamo un mondo d’Amore, dobbiamo vivere con Amore.

Il mondo prenderà esattamente a forma del modo in cui lo viviamo!

ATTENZIONE: non sto parlando del “porgi l’altra guancia”, ma di una forma di lotta più “a lungo termine”.

Una statua sradicata, infatti, potrà sempre essere ripristinata e NON SAPPIAMO con quale; imparare a riconoscerne il simbolo e scegliere di non farlo proprio, invece, è una conquista che dura per sempre.

Quando capiremo che non è MAI questa o quella forma di violenza il problema, ma LA VIOLENZA, intesa come valore assoluto, allora saremo pronti ad eliminarla totalmente dalle nostre vite.

Magicamente quel giorno verranno meno razzismo, guera,m stupri, percosse, sfruttamento ed ogni forma di prevaricazione fisica o psicologica: quel giorno avremo sconfitto “LA VIOLENZA”.

Finora ci stiamo limitando a sostituirne una con un’altra!

L’umanità è come un lenzuolo logoro e pieno di macchie: non è possibile restaurarlo con inchiostro e forbici, ma con acqua e filo!

RIPETO: #FUCKTHEVIOLENZA

https://www.youtube.com/watch?v=C_tLlg9eQlI

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