La notte non tace, infame,
sussurra alla mia veglia,
parlandomi ancora di te,
dei tuoi odori impertinenti,
che un tempo abitavano
questa pelle, ora monca.
La Notte era la culla
che dondolava i desideri,
accudendoli fino al mattino.
Ora la Notte è solo attesa,
l’infinito istante interposto
tra un giorno e l’altro.
La Notte non tace e ti chiama,
mentre le lenzuola si agitano,
nella sommossa del mio corpo,
che tenta invano di riempire
lo spazio in cui, a volte,
ancora continuo a cercarti.