La CEI dichiara l’inesistenza di Dio

Alla fine è successo: la CEI, ha dichiarato che Dio non esiste!

Attenzione, non sono io a negarne l’esistenza, ma la CEI stessa, cioè la Conferenza Episcopale Italiana, massimo vertice nella gerarchia del sacerdozio sul territorio dello stivale.

Io, anzi, ho sempre affermato di non essere ateo e di credere fermamente nell’esistenza di un’intelligenza superiore, infatti nel titolo ho usato il verbo “dichiara”, non “ammette”, proprio per sottolineare che IO NON SONO D’ACCORDO.

Sfortunatamente, però, La CEI negli ultimi giorni ha negato questa mia convinzione. Io non ci volevo credere, non avrei mai pensato di vedere cedere proprio l’istituzione che più di tutte doveva ribadire, con parole, opere e missioni, il dogma dell’esistenza del Padreterno!

Mi sono dovuto, con gran delusione, ricredere.

Insomma, capiamoci, io l’ho sempre saputo che pochi di loro ci credevano davvero, per me era evidente e lo era già da piccolo, quando facevo il chierichetto e sentivo tutte le omelie recitate con la stessa cadenza cantilenante di un bambino che si annoia nel recitare, a memoria, la poesia di Natale. Non c’era pathos, non c’era trasporto, non c’era Fede!

Crescendo, poi, mi sono conquistato la fama di “mangiapreti”, perché spesso mi ritrovo in contrasto con i dogmi, le gerarchie e le prese di posizioni del clero. In realtà io non ce l’ho con loro, almeno non in particolare. Io ce l’ho con tutte le forme di indottrinamento, loro ne rappresentano solo la massima espressione, nella nazione di cui faccio parte.

Fortunatamente sono italiano, se fossi stato, che ne so, iraniano, probabilmente a questo punto sarei già sotto tre metri di terra.

La prova che io non agisco per pregiudizio sta nel fatto che mi lego, spesso, a quelle “eccezioni” che incontro lungo il cammino, almeno a quelle che considero tali.

Devo ammettere, però, che ho conservato e conservo, sempre, un grande rispetto per il mio avversario, che si è sempre dimostrato tenace e risoluto, saldo nelle sue posizioni, incrollabile come una roccia… Finora!

Sono rimasto molto deluso dalla resa, tristemente incondizionata, della CEI: dichiarare Dio inesistente così, di punto in bianco, roba da non credere!

Non è che lo abbiano fatto proprio esplicitamente, devo essere sincero. Si sono limitati a fare delle dichiarazioni, delle richieste ed a prendere posizioni in netto contrasto con il dogma dell’esistenza divina.

Insomma, se le tue azioni negano quello che affermi, perdonatemi se io capisco che quello che affermi è falso.

Pensateci: cosa ci hanno sempre ripetuto? Che Dio esiste, è presente in ogni cosa e in ogni dove, vede, sente e sa tutto! Giusto? Me lo sto immaginando?

Non credo, dato che “Dio sa, vede e può tutto” è sempre stata la soluzione offerta dal pretariato (termine coniato adesso da me) per ogni tipologia di dubbio esistenziale: “PREGA, Dio ti ascolterà!”

Ora, è dall’inizio di questa “quarantena”, che i prelati di tutta la piramide gerarchica battono i piedi e sbraitano per poter dire messa.

All’inizio la scusa era che era davvero triste non poter celebrare un funerale e che l’estrema unzione fosse trasmessa ai parenti in video-call. Come non essere d’accordo?

Anche un mangiapreti come me, che ho più volte affermato di non volere un funerale, di fronte ad uno scenario del genere e sarebbe disposto a fare qualche concessione, nel limite delle misure di sicurezza.

la concessione, infatti, è arrivata: Domenica 26 il Governo ha concesso la celebrazione dei funerali, con un massimo di 15 parenti stretti.

Mezz’ora dopo la CEI alza l’asticella parlando di violazione della libertà di culto, pretendendo di dire messa normalmente e di autogestire la propria sicurezza

Sapete cosa vuol dire negare la libertà di culto? Significa che se ti trovano con un Tao al collo ti tagliano la testa! Significa non poter mai più dire messa, non solo in un momento di emergenza. Negare la libertà di culto significa prendere una religione e renderla illegale: vi pare stia succedendo questo?

Niente, CEI e sottoposti hanno continuato per giorni e giorni a manifestare il loro dissenso, invitando i loro fedeli a fare lo stesso. A preti e fedeli non basta parlare con Dio, vogliono farlo in chiesa e lo vogliono fare adesso!

Io non voglio perdere tempo a far presente come sia impossibile gestire degli anziani in spazi che reputano propri, chiedendo loro di non assembrarsi fuori e dentro la chiesa, di indossare guanti e mascherine e di stare a distanza, in file composte. Se la CEI è convinta di poterci riuscire, prendo per buona questa convinzione,

Il mio dubbio è un altro: se Dio è ovunque, vedendo e sentendo ogni cosa, anche quelle che non diciamo, non posso pregare da casa mia?

Se Dio è onnipresente, perché c’è tutto questo bisogno di recarsi in un luogo deputato? Non è una contraddizione in termini?

Quindi, se l’essenza di Dio è di essere onnipresente e onnisciente, ma poi mi dici che per farmi ascoltare da lui devo andare ad un indirizzo preciso, allora stai affermando la sua inesistenza!

Insomma, stiamo parlando di Dio o del dentista?

In questo momento così tragico, dove gli assembramenti sono pericolosissimi e le vittime preferenziali sono gli anziani, io mi aspettavo dai preti un atteggiamento diverso. Me lo aspettavo davvero, dato che il loro pubblico è assembrato per natura e per la maggior parte anziano!

Mi aspettavo di sentire il clero rassicurare i fedeli, ricordando loro che Dio può tutto, vede tutto e che non c’è bisogno geo-localizzarsi per parlare con lui.

In effetti, non è proprio incoerente: se un fedele crede in Dio così fermamente, perché il sacerdote non dovrebbe accontentarlo ,cercando di mandarlo al Creatore?

“E allora l’eucaristia, la confessione?”, sento ribattere in coro, dagli altari.

Scusate, ripeto, ma Dio non dovrebbe essere anche onnipotente? Per rimettere dai peccati e benedire un pezzo di pane, c’è bisogno che ci si trovi in loco?

Ve lo ripeto, quello non è Dio, è il dentista, vi state confondendo!

Niente, non riesco proprio a capacitarmi di tutto questo loro impegno nel negare le basi più elementari del catechismo!

Stanno riducendo la spiritualità alla stregua di una pulizia dei denti!

Per fortuna ci ha pensato il Santo Padre a riportare un po’ di coerenza nei discorsi: ad apertura nella messa mattutina, a Santa Marta, ieri ha invitato tutti alla prudenza, usando le parole “che Dio ci doni”.

Tra le parole del Papa, in quel “Dio ci doni”, si leggeva chiaramente un monito: “ragazzi, state esagerando, Dio può tutto, ricordatevi e ricordatelo!”

Papa Francesco è un uomo che stimo molto, come religioso, ma più come capo di stato: neanche mezz’ora dopo la CEI ha fatto dietro front e smorzato i termini! MIRACOLO? No, la mano del Boss!

In effetti i preti dovrebbero consolare, non aizzare. Dovrebbero guidare, non attrarre. Sono guide spirituali, non battitori d’asta!

Per ora, quindi, la situazione sembra risolta, ma a me resta un dubbio: cosa non era possibile fare, da casa?

Se Dio, come detto, è onnipresente, onnisciente e onnipotente, allora quasi niente. No?

“Quasi”, appunto! Da casa infatti si può pregare, si può chiedere il perdono e con le moderne tecnologie anche un conforto al proprio parroco.

Quello che non si può fare da casa, specie per gli anziani, che non sanno usare una postepay, è riempire il cestino delle offerte…

Certo, questa è solo una mia congettura, che sono un povero eretico peccatore. Io che ne so? Non sono Dio…

Dio Sì! Dio sa! Se ho ragione, vi ricordo, amici preti, che Dio lo sa bene…

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