Cavalli al galoppo,
rumore di zoccoli,
fra nuvole di polvere
aizzate sugli occhi
di un nemico inventato.
La carica, le trombe,
i tamburi e le grida,
una scintilla di luce
corre sulle lame
ostentate sui capi,
agitate, presentate.
L’incrocio, l’ingaggio,
gli occhi di un uomo
si scusano perché
dovrà ucciderti.
Zolle d’erba
fuggono dal campo,
dai colpi dei cannoni,
dalla schiena dei caduti.
D’un tratto il silenzio,
la calma, la tregua.
Una bandiera bianca,
gli occhi di quell’uomo
ti guardano leggeri:
gli elmi lanciati al sole,
le spade e le baionette
conficcate nel terreno.
Lo stesso conflitto
assume il sapore
di un movimento
votato alla pace.
