Mens vana in tumidus corpore

Una volta si diceva “Mens sana in corpore sano”, oggi il benessere della mente non è più parte dell’equazione e quello del corpo è limitato al puro aspetto estetico.

Oggi difendo la categoria, magari riesco a procurarmi un agguato sotto casa: difendo i miei colleghi “Semola”, ve lo ricordate? Parlo del protagonista del cartone animato della Disney “La spada nella roccia”, quello che poi sarebbe diventato Re Artù.

Il giovane Semola, sguattero e scudiero del fratellasto palestrato, è un ragazzino vivace ed intelliggente, caratterizzato da una corporatura molto simile a quella di una scopa.

Sir Kay è il suddetto fratellastro, un individuo a forma di V maiuscola che, a differenza del giovane scudiero, ha la perspicacia di un cactus nel deserto: in pratica un contenitore di acqua e tessuto connettivo.

Semola si da da fare, lavora sodo, cerca di imparare, ma vive in un mondo in cui la gerarchia sociale è data dalla massa muscolare, di cui lui è malauguratamente molto povero.

Sir Kay non fa un cazzo dalla  mattina alla sera, se non ingozzarsi, prendere in giro il fratellino ed allenarsi.

Bisogna dire che all’epoca in cui è ambientata la storia di Re Artù, vale a dire a cavallo dell’anno mille, c’era un gran bisogno di energumeni esaltati, pronti a gettarsi nel centro della battaglia a difesa del villaggio, mentre in patria i poveri maniscalchi dovevano accontentarsi di ripopolare il territorio.

Oggi la situazione è certo diversa, giusto? Le priorità della nostra società non sono ASSOLUTAMENTE estetiche o materiali, vero?

Quel treno di merda mista a chiodi roventi che vi sta puntando addosso non ve lo sto mica augurando, vero?

Qui mi sono preso due minuti per calmarmi e quindi posso ricominciare ad analizzare la questione con calma ed attenzione, come è doveroso per un argomento così delicato, come l’eterna lotta bicipite contro neurone.

A questo punto mi aspetto che qualcuno mi sbatta in faccia la genialata del “Mens sana in corpore sano”, costringendomi ad un altro paio di minuti di meditazione e probabilmente ad una camomilla doppia.

A parte che dubito che la maggior parte di chi abusa di questo motto sappia davvero cosa significhi, ma vogliamo davvero capirlo?

Quando Giovenale scrisse questo verso nelle sue satire, intendeva porre l’accento sul fatto che la vera felicità non passi per i beni materiali, ma per la salute di corpo e mente;

nell’accezione moderna ci si riferisce al solo benessere psicofisico, ma nella mente di molti, purtroppo, si riduce al solo benessere fisico, molte volte intendendo con “benessere” un aspetto puramente estetico.

Anche i contesti sono profondamente differenti: nella Roma dei primi anni dopo Cristo era diffusa la cultura della cura del corpo e dello spirito, proliferavano i teatri, i poeti erano considerati come oggi le pop star ed i filosofi erano veri e propri “social influencer”. Oggi il personaggio mediatico considerato più “impegnato” dalle masse è Emma Stone, con buona pace per i vari Gino Strada.

Io non voglio negare la correlazione tra salute di corpo e di mente, anzi sono il primo a rammaricarmi del fatto che io non curi minimamente la mia forma fisica, spesso risentendone anche dal punto di vista psicologico: ma vantarsi dell’estremo opposto mi sembra davvero ridicolo.

Proprio oggi leggevo un articolo su L’Inkiesta riguardo il diffondersi della mediocrità in Italia, con la conclusione è che se il popolo italiano non fa nulla per fermare l’esportazione di cervelli è per la convenienza di abbassare il livello di competenza e quindi di competizione.

Questa la realtà con cui l’italiano medio si rifiuta di fare i conti: se, per proteggere te stesso e la tua scarsa voglia o capacità di competere, premi ovunque e sempre mediocrità, fancazzismo e parassitismo diffuso, la minoranza che fancazzista e mediocre non è cercherà di andarsene mentre i furbetti, i fancazzisti ed i mediocri che stanno fuori accoreranno all’Eldorado.

Ahimé, vorrei tanto a questo punto poter dire che in una società senza minacce fisiche i muscoli saranno lentamente considerati inutili e l’evoluzione naturale andrà a favorire il neurone, ma così non è: la competizione non è più tra materia grigia e massa muscolare, ma è salita ad un livello molto più alto o forse scesa ad uno bassissimo.

Seguire una moda è diventato un fattore di selezione molto più importante che parlare una lingua, ascoltare Musica classica è considerato dalle masse un segno di debolezza o di idiozia e conoscere a memoria il calendario calcistico è valutato più degno di merito della tavola degli elementi.

Chi di voi conosce il film “Idiocracy“? Di questo passo il mondo tra un paio di secoli più che cinematografia potrebbe essere profezia.

Nel mondo medioevale in cui viviamo Semola, il bimbo con le gambe secche secche, non è destinato ad estrarre la spada dalla roccia, ma a finirne schiacciato.

L’unico aspetto positivo di questa tendenza è che non dovrò preoccuparmi dell’agguato culturista sotto casa, in quanto ho intitolato questo post in latino e quindi la categoria interessata lo avrà sicuramente saltato!

Un pensiero su “Mens vana in tumidus corpore

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.