Fake You!

La sentite questa forte e indelebile puzza di fake? Siete voi!

Non sto dicendo che siete voi, nel senso di “tu” che stai leggendo, ma in quello di “voi/noi” genere umano.

Ci mancherebbe che mi riferissi a uno di voi in particolare, per due ragioni: “chi ti conosce” e potresti essere comunque un fake!

Io mi riferisco proprio al genere umano, preso nella sua interezza e globalità, ma non potendo rivolgermi a un’entità astratta, sono costretto a farlo con ognuno di voi!

Quindi sì, “tu che stai leggendo” sei un fake!

Ora, normalmente questa tua condizione mi renderebbe assai nervoso, per usare un eufemismo, ma ultimamente sto cercando di salvaguardare la mia salute, consapevole del poco tempo che ci resta come specie vivente.

Mentre, quindi, degusto i miei popcorn e attendo, pazientemente, di assistere alla fine degli esseri umani, ti prego di non prendere le mie parole come il solito attacco, ma più come una lucida illustrazione di quello che stai diventando. Vale a dire, un FAKE!

Te lo dico, fin da ora, amico mio: in questo articolo userò il maschile, ma non pensare che mi stia rivolgendo solo a chi è pene-munito. Scelgo di usare il maschile perché mi rifiuto di usare gli asterischi, anche perché dovrei re-imparare la grammatica, perché mi annoia computare le frasi ogni volta con aggettivi sia al maschile che al femminile e perché, in fondo, mi riesce più facile immaginare un maschietto, seduto avanti a me, con la bocca aperta, mentre cerca di capire cosa sta accadendo attorno a lui.

Come ebeti, lo ammetto, noi maschi veniamo molto meglio!

Da dove vogliamo partire? Beh, direi di toglierci immediatamente il pensiero delle ovvietà, sfoderando, in apertura, il caro vecchio tema dei social!

Ti sei guardato, amico mio? Ormai non sei più un essere umano, sei una selezione! Sei la ricerca spasmodica di frasi a effetto, per foto super filtrate, catalogate in gallerie accuratamente ordinate.

Certo, conoscendoti, dal vivo, hai seri problemi di comprensione del testo e c’hai lacne anche sotto le ascelle, ma nella tua galleria ti si scoperebbe anche la tua immagine nello specchio, che poi è l’unica cosa che davvero ti interessa!

Tu, amico mio, hai smesso di essere, per cominciare a pubblicare!

Hai interpretato malissimo due mantra della vita moderna, che hanno però fatto cortocircuito: “puoi fare tutto quell oche vuoi, se ci credi” e “vivi la tua vita da protagonista”.

Ecco, amico mio, tu ci credi, ma forse anche troppo e riguardo al protagonismo posso solo dirti che hai capito male!

“Vivere da protagonista” avrebbe voluto amare te stesso, ma nella versione “reale”, non fare in modo che ogni singolo evento della tua esistenza, anche il più intimo, venisse percepito, dagli altri, come una messa in scena.

All’inizio, mi facevano ridere, le foto delle coppiette che si baciavano, ma guardavano in camera. Avevano il profumo tipico delle coppie che escono con i rispettivi amanti.

Poi, però, siamo passati dal lievemente cringe al decisamente trash!

Oggi assistiamo a eventi pubblici per scoprire il sesso di un bambino non ancora nato, ma già destinato ad avere un social media manager dedicato. Un diciottesimo è accompagnato da servizio fotografico e “filmino” del pre, del durante e del post, con tanto di droni, crain, carrellate e segreteria di produzione.

Porca paletta, amico mio, da quanto non mangi una bistecca calda? Prova a non montare il set fotografico, prima di assaggiarla: vedrai, è un’esperienza interessante!

Quanto detto finora, però, è solo la punta dell’iceberg e non è neanche tanto preoccupante, considerato l’habitat nel quale si manifesta!

Del resto, la vanità non è un qualcosa nata con l’internet e tutti noi, chi più e chi meno, ne siamo coinvolti.

Non è un male, io non sono religioso e quindi non la considero un vizio, ma penso che, superando un certo limite, può diventare una malattia.

Quindi, pur consapevole che quel limite tu lo hai superato tanto tempo fa, non è tanto la finzione estetica che mi preoccupa, quanto quella sociale, che può far uso dei social, ma non si concretizza solo in essi!

Tu, amico mio, non solo sembri un fake: io ho detto che SEI un fake e questa è anche l’univa vera cosa che ti riesce bene essere in pieno!

Tu sei un comunista, che insegue il capitale! Tu sei un fascista, che beve Coca Cola! Tu sei il macho, che paga, segretamente, un trans, per farsi inchiappettare, in un vicoletto di periferia. Tu sei la donna in carriera, che sogna l’uomo che la mantenga. Tu sei l’ecologista convinto, che poi va al Jova Beach Party (sì, io non mollo su questo punto)! Tu sei la famiglia, che a Natale posta la foto col cane e il gatto, scrivendo “Family” e ad Agosto, poi, li lascia in autostrada.

Tu sei tutto quello che vuoi, amico mio, finché ti conviene e finché non ti va stretto!

Puoi esserlo, ci mancherebbe altro! Il problema, però, si manifesta quando la tua recita utilizza, come scenografia, il futuro stesso della società e le sue problematiche.

Quello che sto per dire, lo so, mi farà diventare bersaglio di una certa parte dei movimenti femministi, ma ormai ci sono abituato.

A che serve dipingere una panchina di rosso, se poi la società non si preoccupa minimamente di difendere una donna o chiunque altro, dall’ondata di violenza che sta dilagando, nelle nostre vite?

Tutto molto bello! Belle le manifestazioni, belle le istituzioni, che vanno a dare il primo colpo di pennello! Belli i giornalisti, le TV, le stories che ne parlano!

Sì, tutto molto bello, ma sinceramente mi sembra poco efficace!

Passa il tempo, la manifestazione finisce, la panchina si arrugginisce, il lampione si spegne, la lampadina non viene cambiata… Et volià, una donna viene violentata, proprio su quella panchina!

E tu, caro amico, che fai? Tu, che avevi preso parte alle pennellate della solidarietà, che fai?

Tu, amico mio, diventi quello che, dalla finestra, riprende lo stupro e lo rivende ai giornali, per poi votare la donna che, per propaganda elettorale, lo ha postato sui suoi social, senza chiedere permesso, né perdono!

A te, amico mio, di quella donna violentata, frega poco! A te importa di lei, fin tanto che lo stupratore è uno straniero! Quando, però, il criminale diventa un italiano, di colpo cominci ad avere dubbi sulla donna, sulla sua sincerità e sulla sua integrità morale!

Se lo stupratore, poi, è un rappresentante delle forze dell’ordine, i dubbi lasciano posto alla certezza… Ecco, all’improvviso stai pisciando sulla stessa panchina rossa, che avevi contribuito a spennellare!

Lo vedi, amico mio, che la tua recita comincia a creare problemi anche agli altri?

Vogliamo parlare della “Pace”, questo tema così caro ai giorni recenti? Mi riferisco ovviamente alla guerra in Ucraina

Ultimamente, infatti, sei diventato, di colpo, pacifista, solo che lo sei diventato nel senso che vorresti che il popolo ucraino si arrendesse, perché così, ovviamente, finirebbe la guerra.

Gli antichi filosofi greci avevano un’espressione, per definire questo tuo modo di pensare: “GRAZIE AR CAZZO!”

Ragionando così, quella stessa donna che, poco sopra, è stata violentata, avrebbe potuto evitare lo stupro, facendo un pompino allo stupratore!

Anche in questo caso, amico mio, a te del popolo ucraino frega poco, come frega poco della Pace! A te importa dipingerti da pacifista e pagare meno la benzina!

Lo vedi che la tua recita comincia a rompere i coglioni?

In buona sostanza, amico mio, tu sei un FAKE, giusto per ripetermi e ribadirlo!

Tu non vuoi un mondo migliore, tu vuoi che IL TUO mondo sia migliore!

Giustifichi l’aggressione russa e poi ti lamenti che le baby gang si sentono impunite!

Il problema è che dimentichi che IL TUO mondo è anche quello degli altri. Che su quella panchina, un giorno, potrai esserci tu o qualcuno a cui tieni. Dimentichi che domani il popolo aggredito potrà essere il tuo!

Dimentichi che, mentre il mondo brucia, se resti fermo a scattare selfie, otterrai solo l’ultima testimonianza della tua fine!


Foto di Alexas Fotos: https://www.pexels.com/it-it/foto/cavallo-bianco-che-indossa-giacca-con-zip-in-pelle-nera-2315712/

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