Non sparate sul camionista!

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Il modo migliore per provocare tutte le maledizioni di un camionista è costringerlo a frenare, in salita: credetemi, ha ragione lui!

Ho passato buona parte della mia vita su un’automobile, soprattutto a causa della Musica, collezionando una buona esperienza stradale.

Mi sono reso conto, con gli anni, che pochi automobilisti capiscono, realmente, l’effettiva difficoltà di tenere un tir in marcia.

Un tir non è un’automobile, è un bestione con la media di 20 tonnellate a vuoto, che viaggia alla vostra stesa velocità.

La differenza con un’automobile, però, sta nel fatto che quest’ultima, quando si ferma, non ha alcun problema a ripartire.

Anche in salita, un’automobile di media cilindrata, riparte senza troppi problemi o almeno non così tanti, quanto quelli che avrebbe un tir.

Un tir parte piano, non si è mai sentita la pubblicità “da zero a cento in sei secondi”, parlando di un autoarticolato.

Un tir parte piano e piano raggiunge la velocità di crociera! A quel punto, potete starne certi, il luogo più sicuro, in autostrada, è tra due di questi colossi, se riuscite a mantenere la vostra velocità costante.

Se, però, un tir viene costretto a rallentare o peggio a fermarsi, specie se in salita, a quel punto potrete sentire il conducente lanciarvi addosso ogni possibile maledizione, in varie lingue conosciute e sconosciute, inventando nuovi ipotetici metodi di tortura, ai quali sottoporvi.

In quel momento, voi vi sentirete “vittima” e tirerete fuori la solita storia che “loro” si sentono i padroni della strada, perché più grossi!

Beh, ascoltatemi bene: AVETE TORTO!

In quel momento, anche se incredibilmente più grosso di voi, la vittima è il tir!

Sì, perché voi, nella vostra berlina da italiano medio, riprenderete la marcia in qualche secondo, mentre lui sa bene che dovrà ingranare la prima e riavviare la marcia, lentamente, pazientemente, creando una coda, della quale daranno la colpa a lui!

In altre parole: lui se ne sta per i cazzi suoi, voi lo fate rallentare e deve pure assumersi la responsabilità del conseguente traffico.

Ve le meritate due o tre imprecazioni, sì o no?

Ovviamente, non sto scrivendo un articolo sull’educazione stradale, anche se in Italia ce ne sarebbe anche bisogno.

Quella del tir, meglio chiarirlo, è una metafora di alcuni aspetti della vita.

Che sia nel lavoro, in amicizia, in amore o in una qualsiasi altra attività della vita umana, quando la propria corsa viene fermata e ci si trova in un periodo “di salita”, non è assolutamente possibile riprendere la marcia così, di punto in bianco.

Se uno sportivo, anche il più medagliato del pianeta, si infortuna, sa che dovrà passare del tempo e tanta fatica, prima di ritornare al proprio livello agonistico. Dovrà curarsi, seguire una riabilitazione e lentamente, molto lentamente, ricominciare ad allenarsi.

Quando, nel lavoro, un progetto va male, oppure subite una solenne lavata di testa dal vostro capo, meritata o meno, ci metterete un po’ a ricarburare.

Una curiosità: voi, al mattino, quando aprite gli occhi, siete freschi e tosti, pronti ad affrontare la giornata, come nelle pubblicità dei biscotti per la prima colazione?

Se dite di sì, state mentendo!

Nei rapporti umani, di qualsiasi genere, la situazione è esattamente la stessa! Potete anche decidere di ricominciarne uno, ma sarà come quel tir, in salita: andrà piano e creerà, dietro di se, uno strascico, che solo il tempo e i chilometri potranno dissipare.

Sempre restando sulla stessa metafora, inutile lamentarsi, poi, delle bestemmie del camionista, perché erano un po’ di chilometri che, vedendovi da lontano, vi strombazzava, avvertendovi di accelerare o spostarvi.

Inutile, se siete nella coda, che si è creata dietro, prendersela con chi guida il bestione: secondo voi, lui si sta divertendo? Non immaginate che, probabilmente, non aveva la minima intenzione di rallentare e che, se lo ha fatto, è stato solo per non travolgere chi gli stava avanti?

Voi avete fretta? Figuratevi lui, che per lavoro deve consegnare merce, entro certi limiti di tempo, per farla consumare proprio a voi!

Sì, siamo ancora nell’ambito della metafora, anche se, forse, la prossima volta che vi piazzerete in corsia centrale, andando a 70km/h, ci penserete due volte, almeno spero.

Per quanto riguarda la vita, invece, consideratela come una superstrada: se costringete un tir a rallentare, non lamentatevi delle imprecazioni, ma ringraziate che abbia frenato!

Soprattutto, chiedetevi cosa potreste fare, la prossima volta, per non fargli perdere velocità.


Photo de Markus Spiske: https://www.pexels.com/fr-fr/photo/voitures-route-vehicules-ciel-172074/


2 pensieri su “Non sparate sul camionista!

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