Mi ossessionano le parole, nel senso che mi capita di andare in fissa per una parola. Oggi è toccato a “fragile”, perché ieri l’ho sentita utilizzare in almeno cinque occasioni diverse, con diverse intenzioni e significati. Forse ne farò un altro spiegone etimologico, per ora mi sono limitato a cercarla nel blog ed è venuta fuori questa canzone. L’avevo quasi dimenticata ed è curioso che sia rispuntata nel giorno in cui apprendo della morte di Chick Corea. Dovrò recuperarla…
Quante catene nel tuo nome?Quante non lo so!
Ognuno ha i suoi numeri:
i miei li conterò.
Tu sei libera, sei di tutti,
non potrai mai appartenermi,
eppure tu sei mia.
A mani nude curerai,
ad occhi chiusi salterai,
a piedi scalzi correrai,
a denti stretti morderai.
Come una sposa complice,
come un’amante soffice:
senza rimpianto perdonerai
quando sarò intrattabile.
Sei nata ovunque,
nello stesso momento:
ogni pensiero è casa tua
e sei fede in ogni luogo,
sei preghiera e sei dea.
Tu sei Madre e sei prigione,
sei la cura ed anche il male:
un po’ puttana, un po’ vestale.
Senza percorso viaggerai,
senza menzogna insegnerai,
senza riserva concederai,
senza veleno ci nutrirai.
Come una pace autentica,
sei vento di rinascita:
senza ferite ci lascerai
quando saremo al limite.
Quando sarò intrattabile,
quando sarò più fragile,
avrò raggiunto il limite,
avrò le mani livide,
senza stanchezza mi…
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