L’ostacolo

Ora sono un bambino,

gattono appena, d’istinto.

Quanto è alto il tavolo,

insormontabile ostacolo.

Quanto sono enormi

gli adulti attorno a me.

Ora sono un ragazzo,

so correre, incosciente,

mi lancio lungo i pendii,

sfido il mare agitato.

Le mie preoccupazioni,

sono su quel tavolo,

dimenticate e lontane.

Ora sono un uomo,

lascio i ripidi pendii

all’estranea gioventù.

Guardo il mare,

dalla mia comoda

seduta in spiaggia.

Ora sono un vecchio,

mi muovo appena,

quanto è alto il letto.

Rimpiango le sfide

superate dal bambino.

Ho nostalgia dei pendii,

delle mani rattrappite

per i troppi tuffi

di quel ragazzo.

Maledico l’uomo:

non aveva ostacoli,

se non le sue paure.

Non li ha superati.

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