Miscelazioni di musiche scomposte.
Calici estranei, che brindano alla notte.
Nebbie artificiali coprono la tua assenza.
Suppongo che tu sia qui, in un altrove.
Mi accascio, sfinito, su isolati giacigli,
affidando a nuovi nettari il mio risveglio.
Una pausa, un respiro, un dubbio,
poi di nuovo la consapevolezza,
la ferma e orgogliosa incoscienza
di un sacrificio da tempo necessario.
Le parole mi accolgono, come amanti,
come dolci e occasionali compagne,
accudiscono una solitudine forzata.
Invento nuovi percorsi verso casa,
mentre il tempo mi picchietta la spalla,
ricordandomi di non essere immortale.
Ripiego un istante rubato su se stesso,
riponendolo in una tasca bucata,
perdendolo mentre mi distraggo,
nel riconoscere i nuovi lineamenti
dell’ombra costretta ai miei piedi.
Foto di copertina di James Wheeler da Pexels