Non parlo di te, svicolo.
Se mi parlano di te, annuisco,
senza chiedere se hai chiesto,
senza chiedere a mia volta.
Non chiedo come stai,
se stessi male lo saprei,
questo conta, mi basta.
Non chiedo cosa fai,
saperlo non mi interessa,
se non sei tu a raccontare.
Non parlo di te, per non rivivere,
ricordare, elencare, ispezionare
ogni singolo ricordo di noi.
Non parlo di te agli umani,
lo faccio al mio Dio,
che non risponde.
Parlo di te ai miei demoni,
sempre pronti a dire la loro.
I vizi, i veleni e gli eccessi
trovano sempre le parole giuste.
Parlo di te ai miei fantasmi,
sapendo che sei tra loro, adesso.
Parlo di te al mio specchio,
che mi fissa, umido del mattino,
lasciandomi riflettere,
nella passata infinita illusione
di averti potuto avere.