Non sono alla tua porta,
non mi sentirai bussare:
non chiederò che tu mi apra,
non aspetterò che tu mi dica
di andare via, con garbo,
come un noioso venditore
di stracci e merce scadente.
Non sono sulla tua strada,
non certo dal tuo lato:
non rischierò di incrociare
il tuo passo opposto,
il tuo sguardo distratto,
la scia del tuo odore,
come un mendicante
di emozioni usate.
Non sono il tuo pubblico,
non più, non stavolta:
non sopporterei
gli occhi degli altri
fissi sulle tue forme,
senza poter pensare
che sei solo mia.
Non sono nel tuo futuro,
né nel tuo presente:
sono intrappolato nel passato,
prigioniero di dolci memorie,
tra sbarre di amare distanze.
Non sono nei tuoi luoghi,
né nei tuoi tempi riservati.
Io sono il silenzio, l’invisibilità,
una nebbia debole e lontana,
che svanisce in un domani
in cui di noi s’è perso l’alone