Oscillo tra esistenza e resistenza,
svestendo lo sguardo rapito,
indossandone cento volte
uno più rapido e leggero.
Siamo estemporanee luci,
che sporcano, per un istante,
un meraviglioso cielo nero:
ci illudiamo di splendere,
forse anche in eterno,
ma siamo lampi nel buio,
così passeggeri da spegnerci
prima di percepire
il suono del nostro ricordo.
In questa giostra di illusioni,
possiamo abbracciare la menzogna,
oppure arrenderci alla lurida verità:
il tratto che ci disegna è fatto di polvere,
mandala incompleto al servizio del vento.
Dedichiamoci, dunque, al piacere,
palliativo per ferite di routine.
Consacriamoci all’effimero,
ai significati privi di futuro,
ad un bicchiere sporco di dubbi,
a gambe sconosciute e fuggitive,
a sorrisi rubati alla folla,
perché, nonostante gli sforzi,
domani sarà solo un altro giorno
in cui attenderemo la conferma
di non essere immortali.