Miao

È stato difficile, sai? Tenerti la zampa fino a che non ti sei addormentata e poi uscire dalla stanza, sapendo che non ti avrei più rivista… È stato difficile, lacerante.

È stato difficile, ma necessario e negli ultimi giorni me lo stavi chiedendo, con le ultime energie che riuscivi a racimolare, per lanciare un disperato sguardo questuante pietà.

Sarà difficile, sai? Tornare a casa e non venire a salutarti, come primo pensiero, prima ancora di togliere giubbotto e zaino. Sarà difficile convincere mamma a trovare un nuovo contenuto per la sua vita. Sarà difficile tenere la testa alta, fingere senza successo un improbabile cinismo.

Ti scrivo, consapevole dell’inutilità del gesto: anche se sapessi leggere, non potresti comunque farlo adesso. Ti scrivo egoisticamente, come egoisticamente ti ho spesso vissuto, approfittando della tua presenza terapeutica, vivendoti e pretendendo di viverti fino a quando proprio non ce la facevi più. Ti scrivo, egoisticamente, perché a questo serve questo blog. Ti scrivo, egoisticamente, perché è l’unica cosa che credo di saper fare davvero bene e perché adesso ne sento il bisogno.

Sei arrivata nella mia vita per altrui necessità e ci sei rimasta per la mia. Neanche mi piacevano i gatti, anzi mi facevano profonda paura.

Io e te non abbiamo mai avuto un rapporto simbiotico: mai dallo stesso lato del divano, mai dallo stesso lato del letto, spesso neanche nella stessa stanza… Su quel divano, però, dovevi esserci. Su quel letto, però, volevi esserci. In quella stanza, però, se chiudevo la porta, volevi entrarci.

“Stai qui con me” hai sempre sembrato ripetere, lo hai fatto fino alla fine e mentre ti accarezzavo, guardandoti negli occhi, aspettando che li chiudessi, ripensavo alle centinaia di volte che mi hai scaraventato l’iPad giù dal comodino, perché quella serie mi stava distraendo da te.

Mi consolo, pensando che ora non stai soffrendo, come negli ultimi mesi e che, in fondo, hai avuto una buona e lunga vita. Hai avuto più di molti esseri umani: due famiglie che ti hanno amato, due case ed una quantità incredibile di letti, divani, tappeti, ciotole e scatoloni.

Sei stata una micia educata, non hai mai rotto nulla, non hai mai passeggiato sui mobili e soltanto una volta ti sei azzardata a rubare un morso di ricotta dal tavolo degli antipasti in salotto, salvo poi lamentarti, perché c’era il limone e non era di tuo gradimento.

Ho conservato quel topino meccanico che ti comprai, per farti giocare. Tu, però, sei sempre stata consapevole di essere un gatto povero ed hai sempre snobbato i giochi “comprati”, preferendo lacci, fili, cavi e tutto quello che si poteva reperire in casa, a costo zero.

Devo ringraziarti, amica mia, per le decine e decine di volte in cui sei rimasta in silenzio, rinunciando al tuo continuo brontolare, cedendo alle mie tristezze il tuo pelo arruffato, trasformandoti in una pallina antistress con fusa incorporate.

Devo chiederti scusa, per tutte quelle volte in cui ha assistito a litigi, urla, pianti e le altre inutili manifestazioni umorali di noi stupidi umani.

Hai sopportato, altruisticamente, ogni momento grigio, perfino quando l’età aveva ormai cominciato a farsi sentire pesantemente.

Noi, egoisticamente, ne abbiamo approfittato e ieri, per la prima volta, abbiamo dovuto restituire un po’ di quella carità che ci hai sempre regalato. Non è stato facile, non sarà facile, ma adesso è un nostro problema: tu, adesso, meriti di riposare un po’, di farti una bella dormita, senza il peso dei dolori alle ossa ormai troppo fragili e leggere.

Lasci un vuoto grande, incredibilmente immenso per un esserino grande quanto il mio zaino.

Corri e salta veloce, amica mia. Ti auguro di trovare una valle di tappeti sui quali tirarti le unghie, di angoli nascosti, di scatoloni grandi e piccoli, alberi di lembi stropicciati ed una riserva inesauribile di sottilette.

Mi mancherai, ci mancherai e dato che so che queste parole sono utili solo per chi le sta scrivendo, ti saluto e lascio andare con un grande “Miao”.

Riposa serena, buonanotte amica mia.

Alfonso e Mamma.

2 pensieri su “Miao

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