Nel baccano ho ascoltato un silenzio:
irrompeva, indiscreto e folle, oltre i rumori,
facendosi varco nel doppio senso di passanti.
Il silenzio ha alzato la voce,
in un’ora molesta, tra il sogno e l’insonnia,
quando anche il bagaglio più pesante
gelava, abbandonato, dimenticato, mal-riposto.
C’era una voce accanto a me, che sussurrava,
fin quando il silenzio l’ha coperta,
dicendo “ascolta me, ascoltami adesso”.
Ho dato a quel silenzio un volto, un nome,
un’intera identità, plasmandola in divenire.
Ho creduto, sperato, voluto fortemente
che il silenzio fosse vero e tangibile:
era solo silenzio.