“Chi ha #tempo aspetti che passi”, questo è il mantra che credo di aver capito governare le reazioni del mondo attorno.
Si aspetta…
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Ma non accade nulla…. Allora si aspetta ancora…
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E poi ti rendi conto del tempo che è passato, di aver perso l’occasione e quindi… Aspetti l’occasione successiva… … …
Sinceramente questo modo di fare non l’ho mai capito, ma mi ci sono adattato.
Supponiamo che qualcuno si rompa una gamba, vada all’ospedale ed il medico gli risponda: aspetti un po’ di tempo, guarirà da sola…
Supponiamo che la gamba sanguini… Il tempo rimarginerà quella ferita?
Nel migliore dei casi la gamba si rimarginerà storta, nel peggiore andrà in cancrena: ben fatto tempo!
Non era meglio qualche antibiotico, un po’ di chirurgia? No… Il medico ha prescritto il tempo.
Supponiamo che voi abbiate perso un treno: aspettate quello successivo, ovvio, ma se il successivo non esiste? Se quello era l’ultimo treno utile, almeno per voi… Cosa fate? Non potete rincorrerlo, quindi… Aspettate, speranzosi che il prossimo esista e passi entro un margine accettabile.
Il tempo è il più grande nemico dei nostri sogni, nonché la scusa più utilizzata da… Tutti!
Eppure, malauguratamente, non lo si può fermare, bisogna stare alle sue regole, che sono poche, anzi una: il tempo non aspetta e non vuole essere aspettato.
Il tempo è, paradossalmente, un luogo: ti ci puoi perdere mille volte, senza riuscire a ritrovarti neanche una.
Ma se il tempo non si può fermare, non si può riavvolgere e non conviene aspettarlo… Cosa si può fare per gestirlo?