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Gabriel Shear in fondo aveva ragione, anche se era un gran pezzo di merda!
Se non sapete di chi stia parlando, non rammaricatevene: lui, in realtà, non esiste, anche se questo non vi giustifica!
Gabriel Shearnon è altri che il villain del film “Codice Swordfish“, interpretato da John Travolta.
Spoiler Alert: c’è la forte possibilità che vi sveli alcuni passaggi cruciali del film, ma me ne sbatto altamente, dato che è del 2001!
Mi interessa, invece, il personaggio, il “cattivo”, a cui però tutti si affezionano e per il quale tutti gioiscono quando, alla fine, si scopre che è segretamente sopravvissuto e se la spassa con qualche miliardo di dollari e la compagnia di Halle Berry.
Chiamalo fesso! Eppure, per arrivare a quel punto, ha commesso tutta una serie di atrocità, omicidi, sotterfugi, attentati e fatto scoppiare una decina di guerre.
Come è possibile? Lui è un pezzo di merda e ce lo dice subito, in quel grande momento meta-cinametografico del discorso iniziale, nel bel mezzo della rapina alla banca, quando spiega che l’industria di Hollywood non è mai arrivata al VERO realismo, facendo tutto un discorso su “Un pomeriggio di un giorno da cani”.
In pratica, in quel discorso, ipotizza che Sonny, per farsi prendere sul serio e far accogliere subito le sue richieste, avrebbe dovuto immediatamente uccidere qualche ostaggio. Così, preventivamente!
Alla fine che fa? Si alza, esce dal bar, preme un bottone e fa esplodere davvero tutto, provocando morti e feriti: LUI è un VERO pezzo di merda!
Noi, alla fine, invece, siamo comunque dalla sua parte: ci sta simpatico!
Ci esaltiamo! Perché lo facciamo? Perché, tra i vari morti e feriti, tra le varie schifezze, lui mantiene la promessa fatta al protagonista: gli fa un bel bonifico e lo riavvicina alla figlia!
È sempre lui a dircelo, in fondo: NOI SCAMBIAMO LA GENTILEZZA PER DEBOLEZZA, quindi magari facciamo anche il contrario.
Tra le varie merdate, Shear fa UNA SOLA cosa buona, tra l’altro comunque con metodi criminali, ma a noi non interessa! A noi sta simpatico e siamo contenti che il suo piano sia riuscito, nonostante sia costato miliardi in danni e un bel po’ di vite umane.
Sarà l’effetto “Una Tantum”, chissà! Come quando qualcuno sta imbronciato tutto il tempo e quella volta che sorride sembra che il sole splenda nella stanza!
Accade anche il contrario: qualcuno è sempre contento e sorridente, ma quell’unica volta che s’incazza gli diciamo di stare calmo e che sta esagerando… Anche se magari siamo stati noi a farlo incazzare e perfino quando abbiamo torto!
Immaginate di avere due amici, uno ubriacone e attaccabrighe e l’altro astemio e pacifico.
L’amico ubriacone e attaccabrighe, probabilmente, vi metterà spesso in una serie di situazioni spiacevoli, tra figure di merda nei locali e risse da strada. Quell’unica volta, però, che resterà tranquillo, voi sarete contenti per questo e probabilmente glielo direte perfino, complimentandovi con lui!
Se, invece, una sera qualsiasi, il vostro amico pacifico, dovesse ubriacarsi e litigare con qualcuno, state certi che ce l’avreste con lui, per avervi rovinato la serata!
Ecco, Gabriel Shear è, in pratica, l’amico ubriacone e attaccabrighe, ma anche consapevole di questa sua condizione: LUI comincia risse apposta, per poi uscirsene pulito e benvoluto, con un unico episodio tranquillo.
Io un po’, lo ammetto, lo invidio!
Non perché voglia rapinare banche, fare stragi o ricevere sconti sull’acquisto all’ingrosso di testate nucleari, ma perché io sono, invece, sempre stato l’esatto contrario.
Io, in quella rapina, avrei passato il tempo a parlare, parlare, parlare, parlare, spiegare, spiegare, per poi, alla fine, ritrovarmi con le spalle al muro o un proiettile in fronte, oltre che la nominata del cattivo, perché il bonifico al protagonista lo avrei fatto immediatamente, sulla fiducia, perdendo l’effetto “promessa mantenuta”.
Io appartengo a quella categoria di persone che cerca sempre di sopportare qualcosa, di cedere, di dare un’altra possibilità: quando, alla fine, smettiamo, perché per troppe volte è stato inutile, siamo “i cattivi”.
Nessuno guarda al carico che la corda ha sopportato, ma sempre e solo al punto in cui si è spezzata!
Gabriel Shear, invece, la corda la taglia all’inizio, il carico non ci pensa proprio a sopportarlo! Lui ti dice, chiaramente, che se proprio ci tieni puoi sopportarlo tu, al suo posto e tu sei anche contento, perché “è stato sincero, ALMENO”.
Noi, se il vicino di casa non ci saluta, ci restiamo male, forse ci riproviamo per un po’, poi smettiamo, ma sempre con il malanimo e state certi che, per lui, saremmo anche “gli scocciatori”. Se, invece, per una volta soltanto, magari per distrazione, dimentichiamo di salutare, allora saremo i maleducati.
Gabriel Shear, invece, andrebbe a trovarlo il primo giorno, con una bella pistola in bella vista: il giorno dopo il vicino si rallegrerà di essere stato salutato e non ammazzato.
Questo è un mondo sbilanciato, nel quale empatizziamo con il Villain per un unico e distorto atto d’onestà, ma biasimiamo l’eroe se, per una sola volta, dimentica di salvare il gattino dall’albero, mentre è occupato a spegnere l’incendio che noi stessi abbiamo appiccato.