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Quando, da piccolo, facevo i capricci e non volevo mangiare, mamma mi diceva di pensare ai bimbi poveri e io (cazzo) ci pensavo!
ATTENZIONE, questo articolo contiene veleno, quindi anche parolacce, scurrilità e volgarità assortite, perché me le state proprio tirando dalla bocca!
Non credo di ricordare, nella mia piccola esperienza, di aver mai conosciuto un bambino più capriccioso e con meno voglia di mangiare di quanto fossi io da piccolo!
La maggior parte delle mie foto di famiglia mi vedono in lacrime, non perché fossi stato punito, almeno quasi mai, ma per la semplice e metodica abitudine di piangere a comando.
Anche se non mi mancava nulla, io piangevo, perché volevo un altro giocattolo, perché volevo un altro dolce o perché non volevo mangiare e guardare, invece, i cartoni animati.
Non ero cattivo, almeno nessuno mi ha mai definito tale: ero semplicemente capriccioso e “chiagnulento”, come si direbbe dalle mie parti!
La stragrande maggioranza delle volte, come accennato, le lacrime sgorgavano perché non volevo mangiare.
Ero il classico bambino a cui piacciono giusto due o tre pietanze e che, in generale, non mangia perché s’annoia e si distrae.
Mia madre, allora, usava la classica tecnica del terrorismo psicologico (in senso buono), comune a tutte le madri del sud Italia: mi diceva di pensare ai bambini poveri, che avrebbero dato qualsiasi cosa, per mangiare quello che io stavo rifiutando.
Io, ovviamente, m’impietosivo, mi sentivo in colpa e mangiavo: mangiavo piangendo, ma mangiavo!
Crescendo, anche grazie a esperienze lavorative fuori casa, ho perso quei capricci e ora, in pratica, se condite bene, mangio anche le pietre!
Quello che m’è rimasta, però, è la tendenza a pensare ai bimbi poveri e non solo a loro!
Io penso ai bimbi poveri, a chi non ha lavoro, a chi non ha una casa e in generale a tutti quelli che non hanno tutte quelle piccole fortune, che invece io ho!
Capiamoci, non navigo nell’oro, anzi sono un impiegatucolo base, con uno stipendio assai assai base, eppure non posso fare a meno di considerare le mie poche certezze come una fortuna.
La risposta che mi do, quando ci penso, è che m’è rimasto il trauma dei bimbi poveri, oltre al fatto di aver dovuto sudare, per ogni mia piccolissima conquista.
Ecco perché mi girano i coglioni come le pale di un elicottero Apache in assetto da combattimento, quando sento alcune persone lamentarsi del superfluo, cosa che ultimamente, in era Covid, accade molto molto spesso!
OH MIO DIO, c’è in giro un virus potenzialmente letale e questo governo brutto e cattivo vuole costringermi a fare un vaccino gratis!
Io il vaccino ve lo farei col clistere, dritto su per il culo, fino a farvelo sputare!
Pensate ai bimbi poveri, coglioni ingrati! Pensate alle regioni dell’entroterra africano, per esempio!
Voi il vaccino lo avete sotto casa! Avete quello “buono”, testato, ben conservato e comodamente prenotabile online e sticazzi se dovete fare un po’ di fila o presentarvi anche due o tre volte, prima di essere inoculati, da personale medico qualificato!
Nell’entroterra africano, invece, arrivano pochi vaccini e anche di scarto, spesso russi o cinesi, che non funzionano. Arrivano vaccini che vengono conservati male, che si deteriorano e per farvi inoculare, in strutture di fortuna, dovete camminare chilometri!
Voi, dopo il vaccino andate a fare aperitivo con lo spritz e cambiate la foto profilo, quella gente va a prendere l’acqua al pozzo, se ne trova uno, sperando di non prendere il colera!
Ma che cazzo avete da lamentarvi?
Vi siete lamentati per mesi della dittatura sanitaria, perché per mangiare la pizza vi chiedevano il Green Pass, che altro non è che un certificato che attesta che siete vaccinati o guariti e che, in caso remoto di contagio, non pesereste sul sistema sanitario nazionale.
Invece di ringraziare perché avete i soldi per mangiare una pizza e soprattutto per avere un sistema sanitario nazionale, voi vi lamentate perché dovete mostrare un documento!
Non solo, brutte cacchine rinsecchite e assaltate dalle mosche: paragonate il tutto alla tessera annonaria fascista o, peggio, al numero sul braccio degli ebrei, nei campi di concentramento!
Sì, in effetti sono certo che chi era costretto alla tessera annonaria aveva proprio il problema di non poter andare in pizzeria e che la grande sciagura dell’olocausto fosse che agli ebrei non fosse accessibile la pizza gourmet slow food gluten free.. GIUSTO?
Sapete dove dovete metterla la pizza? Un indizio… Dove prima io vi ho messo il vaccino!
Poi, ci sono le mascherine… Ah, queste mascherine… Ah, che grandissimo problema! Quanto vi danno fastidio, vero? Quanto è odioso doverne indossare una, per entrare in un negozio a fare shopping!
Chissà se è così fastidiosa anche per chirurghi e infermieri, durante quelle interminabili sessioni, in sala operatoria, quando ci salvano la vita.
Non è tuttavia questo continuo e testicolomassacrante lamentarsi della mascherina, che mi fa infuriare, quanto il fatto che mettiate in mezzo i bambini. Non, però, bambini qualsiasi: mettete in mezzo i vostri figli, la maggior parte dei quali il problema lo capisce meglio di voi!
“Poveri bambini, costretti a far lezione a distanza e che, una volta tornati in aula, devono indossare quella museruola!”
Sono certo che, se in questo momento, i bambini ucraini potessero tornare a scuola, a patto d’indossare la mascherina, rifiuterebbero perché gli dà fastidio.
Non lo so, sinceramente, però, ho il leggerissimo dubbio che accetterebbero anche di fare lezione a distanza e per una ragione ben precisa: vorrebbe dire che una scuola c’è ancora e che i loro compagni sono vivi!
Poi, davvero, per favore, non fate i paladini della corretta educazione delle future generazioni e sopratutto non fingetevi interessati alla loro salute psicofisica!
Lo sappiamo tutti che, quando siete a casa, li piazzate alla TV o con uno smartphone in mano, affidando ai cartoni animati e al web la loro crescita!
Ai bambini non crea alcun danno quella mascherina: quello che gli crea danno e l’inutile competizione consumistica alla quale li sottoponete, facendo a gara, tramite loro, a chi ha le scarpe più firmate, lo zaino più alla moda o il genitore più trendy all’uscita da scuola!
Avete ancora spazio nel retto, dopo il vaccino e la pizza? Perché dovrebbero entrarci uno smartphone, un paio di scarpe, uno zainetto, una Smart TV e un bel pacco famiglia di mascherine, di quelle col filtro in plastica però!
La pandemia poteva essere controllata in pochi mesi, se voi non aveste fatto i capricci!
Tutto sarebbe stato più facile, veloce e meno dannoso, se aveste indossato DAVVERO quel pezzo di stoffa e se non vi foste rifiutati d’installare un app per il Contact Tracing, sostenendo di preservare la vostra privacy e la batteria del telefono, salvo poi regalare, per mesi, i vostri dati a Face App!
Gli ospedali avrebbero respirato molto prima, se non avessimo avuto tanto ostruzionismo sul vaccino e, di conseguenza, anche l’obbligo di green pass sarebbe finito molto prima!
Quindi, eccellentissime amebe sociali, non solo vi lamentate del superfluo, ma lo fate anche per ragioni che siete i primi a contribuire ad alimentare!
Quindi, davvero, fatemi un favore, smettete di fare i capricci e pensate ai bimbi poveri!
Pensate a quello che avere e a chi, invece non ce l’ha, altrimenti sarò costretto a chiamare mia madre e vi assicuro lei lancia ciabatte, direttamente dal piede, con tiro a cucchiaio che Totti scansate!
Pensate ai bimbi poveri, mangiate la pappa, non fate i capricci e soprattutto smettete di fracassarci i coglioni!
Grazie!