Vettore d’esplorazione T1715. Diario del capo esploratore Naho. Pianeta Terra, superficie, “città”. Giorno 0 – Rapporto 1.2.
Sono nella “città”, la comunicazione con gli abitanti mi è attualmente impossibile, le nostre informazioni sulla loro lingua sono del tutto errate.
Per la regolazione dei traduttori ci siamo basati sui dati delle prime sonde inviate in questa zona, ma col tempo gli umani devono aver sviluppato molti altri idiomi.
Sappiamo da tempo che sul pianeta vivono molte culture diverse, con diversi linguaggi, ma non credevo si potessero ascoltare tutti, in così poco spazio. Alcuni sono molto simili tra loro e alla lingua che abbiamo elaborato, altri completamente diversi.
Dobbiamo regolare di nuovo tutti i sistemi di traduzione, prima di poter creare un prima vera comunicazione intelligente, per quanto si possa parlare davvero di “intelligenza”.
APPUNTO DI RICERCA: l’evoluzione degli idiomi tra gli umani, unici tra le specie del loro livello a non aver sviluppato ancora una lingua unica.
Durante la prima Attività Extra Veicolare in superficie, ho potuto osservare un’interessante caratteristica di questa specie, ovvero l’involuzione del loro sistema empatico, conseguente allo sviluppo del loro corpo.
Ho potuto osservare questo fenomeno grazie a quello che posso definire il mio primo vero contatto con la specie aliena.
Mentre esploravo l’ambiente, ho notato che tutti indossano una copertura per gli sfiati respiratori, sono quasi certo che serva a protezione dalla malattia minore rilevata dalle sonde.
Sapevo di questa tendenza, ma ho commesso l’errore di non prevedere la copertura per la mia mimetizzazione corporea: quando abbiamo iniziato i test per lo sviluppo, questo accessorio non era ancora così diffuso.
Una femmina adulta mi ha attaccato, non capivo quello che diceva, ma indicava spesso la copertura e ho capito che fosse il collera perché io non l’avevo.
APPUNTO DI TRADUZIONE: credo che l’oggetto si chiami “mascherina”, almeno glie l’ho sentito ripetere spesso, ma forse era solo un insulto.
Non capisco il perché di tanta rabbia, anche perché lei la indossava poco sotto l’area degli sfiati e il reparto tecnico mi assicura che, basandosi sulle nostre attuali conoscenze sull’anatomia umana, questo la renda inutile.
APPUNTO DI RICERCA: gli umani hanno altri sfiati che non conosciamo, poco sotto quelli già noti?
Probabilmente la femmina era in atteggiamento di protezione verso l’umano piccolo che era con lei, confermando il tipico atteggiamento da branco di quelle forme di vita che abbiamo classificato come “mammiferi”.
L’umano più piccolo, però, ha reagito in un modo diverso: si è tolto la copertura e me l’ha offerta.
Sono quasi certo che, crescendo in altezza, gli umani perdano in parte la capacità d’interconnettersi a livello mentale: il loro sistema empatico perde forza con l’aumentare della loro età.
Sapevamo per certo che questa specie non possiede capacità telepatiche, ora credo che queste scompaiano con il raggiungimento della fase adulta del loro ciclo vitale.
Questa tesi è avvalorata anche dal fatto che le differenze linguistiche non sembrano avere effetto sugli umani non ancora sviluppati, che credo si chiamino “cuccioli”.
APPUNTO DI RICERCA: i cuccioli di umani sono telepatici?
In seconda analisi, posso definire il contatto con il “cucciolo” come la nostra prima comunicazione con questa specie.
Ho il sospetto che proprio questi “cuccioli” dovrebbero essere i nostri interlocutori preferenziali, credo siano molto più in grado di gestire la diversità, rispetto agli adulti.
APPUNTO DI RICERCA: lo sviluppo dell’essere umano avviene con tempistiche inverse, rispetto alle altre specie che abbiamo studiato?
Il filtro della mimetizzazione corporea è quasi saturo, devo tornare alla nave.
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