Mi precedi e m’insegui, ombra mia,
m’orbiti intorno, come satellite.
A volte m’illudo d’averti dispersa,
eppur sei lì, concimando malanimo.
M’abiti dentro, scomoda inquilina,
gemella oscura, che di luce ti nutri.
Più m’irradio e più ti definisco.
Nella mia notte, tu sfumi, traspari,
ti fai pallida pellicola sui miei passi.
Ti sposi e discuti con aloni occasionali.
Ti sdoppi e piroetti, t’allunghi e ritrai.
Mi tocchi l’anima, con una mano,
mentre con l’altra distanzi l’universo.
Tu, compagna d’intrigo e di vizio,
sussurri peccaminosi suggerimenti,
al vuoto che mi divora il senno,
affinché ti conceda nuovi spazi,
nei pensieri orfani di condivisione,
che non oso riempir di progetti,
laddove speranza scompare.
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