Mi infiltro tra la folla, contromano,
facendomi goccia d’acqua tra le crepe
delle mie ultime abitudini solitarie.
Isolato da forti scudi di plastica,
alte e possenti barriere di suoni,
vi osservo lasciarvi svanire lenti,
così vicino da restare invisibile.
Scelgo, libero, la colonna sonora
di un’autobiografia in divenire.
Silenzioso, quanto veloce ed agile,
a volte apro un minuscolo varco,
rinunciando, per poco, al volume:
voi, ignari, continuare a parlare,
mentre io ascolto i vostri discorsi.
Un uomo sulla panchina accanto,
programma incontri adulteri.
Una donna parla alla carrozzina,
capisco che non era voluto.
Una famiglia sembra perfetta,
non sento niente: non parlano.
Riattivo le cuffiette, spengo il mondo,
perché preferisco il mio inferno sincero,
al vostro paradiso di apparenze patinate.