Aurora: pace all’anima sua… E alla mia!

Sinceramente sono felice che Aurora sia morta, così non sono costretto a subire le sue reazioni instabili e posso continuare, indisturbato, la mia vita.

Non mi manca il suo rifugiarsi nell’alcol, non mi mancano i km percorsi in auto senza una meta, non mi mancano i messaggi ubriachi, inviati nel pieno della notte.

Non è un peso dirlo: Aurora non mi manca!

Mi sento libero, senza la squallida vista di un’anima in decomposizione, senza le lagne e i vittimismi, senza gli sbalzi d’umore che sfasano tra il depressivo-suicida e l’euforico-esplosivo!

Ovunque lei sia, perché sappiamo bene che un un personaggio immaginario non può davvero morire, le auguro e mi auguro di restarci!

Ho capito di poter sopravvivere, anche e soprattutto senza di lei, due weekend fa, passeggiando tra i vicoli di Firenze, da solo: per la prima volta, dopo anni, ero in compagnia di me stesso, padrone ed artefice di ogni mia decisione, senza le continue obiezioni di una stupida e mai davvero cresciuta emotività malata.

Nel silenzio della notte, non sento più il baccano dei suoi pensieri, delle mille domande alle quali non trovava mai una risposta convincente, distratta ed influenzata dal malsano bisogno di fidarsi, con incoscienza, di quelle fornite da questa o quella fonte, senza mai dar valore, davvero, al proprio istinto ed alla propria ragione.

Non mi mancano le continue scuse, le continue giustificazioni ad ogni scorrettezza subita e non parlo solo di sentimenti, ma di qualsiasi aspetto della vita.

Aurora sarebbe riuscita a farci venire i sensi di colpa perfino dopo una coltellata alla schiena, per il semplice fatto di aver macchiato il pavimento con il sangue.

Avevo giurato di difenderla e mi rimangio la promessa, senza neanche avere problemi di coscienza, perché non posso fare sempre da scudo umano a chi getta appositamente tra le raffiche di mitra emozionali. Purtroppo questo è un mondo pieno di proiettili vaganti.

E le canzoni? E le poesie? Come si fa senza di lei?

Non me ne preoccupo, sinceramente: ormai era diventata un peso anche in quelle!

Adesso me la immagino rannicchiata, in un angolo del purgatorio riservato ai personaggi immaginari, a strafarsi di vodka, avvolta da una nube impenetrabile di fumo: avrei potuto essere io, ma grazie a Dio è morta prima di trascinarmi con lei.

Non mi manca Aurora, non a me. Se c’è qualcuno a cui dovrebbe mancare, forse, sono tutti quelli che l’hanno uccisa, giorno dopo giorno, anno dopo anno, rendendo lei sempre più trasparente e me un po’ meno sognatore.

Non mi mancherà Aurora: a voi?

Un pensiero su “Aurora: pace all’anima sua… E alla mia!

  1. Se era un personaggio così Ligabuiano, meglio che sia schiattata. In fondo, al posto di essere sognatori, si può fare direttamente una vita da sogno. Punto e basta. Senza artifici, senza ombre.

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