Frank non lo sa. Ma io ho vissuto con lui uno dei periodi più belli della mia vita. La sua maschera mi ha sedotto e affascinato. La sua umanità mi ha corrotto. Ho imparato a conoscerlo.
Non so quanto io sia riuscita davvero a capirlo. È un uomo solo, orfano di una donna perfetta. Ha bussato alla mia porta una notte qualunque. Mi ha detto “vuoi farmi compagnia?”. La sua bellezza è rotonda e la mia inquietudine non riesce a liberare il mio volto da un perfetto sorriso.
C’è subito troppo rumore. Troppi colori. Odori. Devi sforzare la vista per non lasciarti sfuggire nemmeno un particolare. La voce di Fatma è dolce. Non puoi credere quello sia l’unico momento in cui la ascolterai.
Devono passare un po’ di pagine per entrare in confidenza con l’ambiente. Con l’aria che si respira. Con i miscugli temporali, spaziali, emotivi. Ma con maestria Frank ti consiglia. Ti prende per mano e ti porta con sé.
È un po’ come entrare sotto la sua pelle, piano. Ai tuoi sentimenti, alle tue speranze si confondono le sue. E lui sembra essere felice di quel tuo penetrargli dentro, da ogni poro della pelle; vuole che tu senta quello che sente lui, che tu veda quel che lui vede. Vuole che tu osi, insieme a lui.
La sua magia sta nell’avere un anima, e dietro a questa un’altra, e dietro a questa ancora un’altra. Dice molto più di quel che sembra. Non sta solo raccontando la sua storia, una storia. Sta confessando se stesso al mondo. Coll’incalzare che è un po’ dell’eroe, un po’ dell’incosciente. Con gli occhi spalancati in un presente futuribile, in cui regna la menzogna e il potere di pochi, sotto cui cova la rivolta e la sete di giustizia.
Sono molti gli spunti che si possono cogliere mano a mano che si va avanti nella lettura, nel carattere di Frank così come nel mondo in cui lui si muove, in cui viene fatto vivere, sopravvivere. E molti sono i riferimenti a ideali condivisi e paure non troppo celate che agitano il nostro tempo, hic et nunc; a partire dall’amore, che è il cardine di tutta questa storia, ne è la chiave interpretativa ed anche l’ossessione, fino ad arrivare al percorso paideutico che Frank fa incontrando persone di ogni tipo, da cui prenderà sempre qualcosa – un tic o anche solo una melodia – e che lo faranno crescere inesorabilmente e inesorabilmente andare nella sua personale biografia.
L’ambientazione è tesa verso un’apocalisse causata da un conflitto globale che, nonostante il suo fragore, rimarrà sullo sfondo di una storia fatta soprattutto di particolari, di sangue, palpitazioni, sudore, lacrime, muscoli contratti. Frank resiste e (forse) vince non perché è un eroe, che compie azioni supererogatorie. O meglio, lo è, suo malgrado: ma quel che lo tiene in vita è la Voglia di sopravvivere per poter continuare a suonare una chitarra, ad amare una donna toccandone mille. A nutrire l’amore profondo e sano per un padre che è specchio, mentore, giudice, ispirazione.
“Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera (…). ”. [F. Nietzsche, Al di là del bene e del male].
Ancora oggi mi emoziono, rileggendo le stupende parole di “Molly”, una donna conosciuta per caso, grazie ad un forum ed ad un sorriso digitale. Una donna diventata amica, sorella e compagna di scrittura.
Quando arrivarono le copie del libro era il 25 Aprile e lei, per caso, si trovava a casa mia. Stappammo la bottiglia di Porto Ruby che mi aveva regalato e che conservo ancora (vuota).
Questa storia sarebbe incompleta senza la sua prefazione.