L’incredibile leggerezza di un Rum

Non credevo che lo avrei mai detto, ma devo ringraziare Mirtilloelime, per avermi regalato una nuova consapevolezza.

Mi sono avvicinato a lei per distogliere il pensiero, perché all’inizio mi ha fatto sentire bene, ma stavo solo scappando.

Stavo scappando da un pensiero dal sapore diverso e più amaro, ma non cattivo.

Sapete l’amaro che ti rimane in bocca dopo un buon bicchiere di rum agricolo? Quello!

È il retrogusto del ricordo, il ricordo di qualcosa di bello, il bello di qualcosa di piacevole, anche se andato.

Io sentivo il bisogno di scappare da quel pensiero, perché il sapore di quel rum mi era piaciuto così tanto che mi era impossibile pensare di farne a meno.

Così, da perfetto idiota, mi sono buttato su un rum scadente, uno di quelli che ti ubriacano male, ma in fretta: non ha un buon sapore e, quando passa la sbornia, resta solo un gran mal di testa.

Quando però la sbornia è stata così molesta da impedirmi di avere giudizio, quando ho avuto la nausea di quel rum ho capito: non dovevo fuggire dal ricordo di quello buono, ma tenermelo stretto, come via di fuga, come una corazza.

Quando hai assaggiato roba buona e ti propinano un bicchiere di acqua sporca, infatti, tu non chiedi un altro giro, ma ti alzi, ringrazi e te ne vai, a meno che tu non decida di comportarti da perfetto idiota.

Quando hai assaggiato qualcosa che ti ha fatto emozionare al primo sorso, poi puoi saltare di bancone in bancone, lasciando i bicchieri mezzi pieni, senza mai ubriacarti.

La differenza di Elims sta in questo: non ubriaca, ma emoziona.

Ora devo solo tenermi stretto questo pensiero, perché è la mia corazza: quella che mi permette di non affezionarmi ad un bancone e non ubriacarmi di nuovo… Il prezzo è la rinuncia all’emozione.

Sì, perché il rischio della ricerca di quell’emozione non sta nella impossibilità di trovarla, ma nella consapevolezza che per riuscirci dovrai girare tutti i bar, chiedendo sempre il top di gamma e questo è impossibile: perché la maggior parte dei bar ha solo Rum di cartello. Perché, bicchiere dopo bicchiere di roba scadente, ti ritroveresti ubriaco la sera, nauseato la mattina. Perché spenderesti un capitale nella ricerca di un’utopia.

Un’utopia sì, perché certamente esisterà roba migliore in giro, ma tu non la stai cercando: tu stai cercando proprio QUEL sapore e quel sapore è finito, non esisterà più, perché non era solo il Rum.

Non era la marca, ma quella particolare bottiglia, frutto di quella determinata produzione, conservata su quella determinata mensola, con quella particolare illuminazione, umidità, temperatura. Era la simpatia del barista. Era la forma del bicchiere. Eri tu stesso.

Non troverai mai un altro bicchiere di quel rum, ti conviene accettarlo ed utilizzarlo.

Cicchetto su cicchetto, diventerai quello che regge meglio e non ti ubriacherai mai più, tornando a casa lucido, alzandoti riposato…

Rinunciando all’emozione, potrai bere qualunque cosa e restare lucido, perché ne berrai sempre poca e dormirai bene: è quello che sto facendo ora e ci riesco solo da quando Aurora è andata via.

Certo non sognerai, ma almeno dormirai… Senza sentirti più un perfetto idiota!

 

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