Ogni istante insegna l’attesa,
io sono l’alunno paziente
e il maestro esigente.
Atleta alla partenza,
un cielo ancora grigio,
un uccello nel nido,
una nave in arsenale,
un colpo in canna,
una lama nel fodero,
un viaggiatore al binario,
un programma in standby:
docile, aspetto immobile.
Proteso all’eterno,
mi sporgo e non mi lancio,
non ancora, non anche ora.
È tempo di ristoro e strategie,
arriveranno azione e scatto,
ma non adesso, non anche adesso.
Ci sarà un segnale, netto,
distinguibile, inconfondibile:
mille sguardi si incontreranno,
alzando il capo dalla povere intorno,
scoprendosi pronti, irrequieti.
Spingendoci e trainandoci,
sorreggendoci e trascinandoci,
apriremo nuove strade,
lì dove c’erano i deserti.
Sarà così, un giorno, domani:
inventeremo l’eterno,
ora studiamo l’istante.

Un pensiero su “L’istante e l’eterno”