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Il mondo che ha paura dell’Intelligenza Artificiale è come il bambino geloso di un giocattolo che non usa più: il giocattolo, in questo caso, è il cervello!
Non mi dilungherò nell’ennesimo elenco, con relativa ricerca online, delle grandi innovazioni di cui l’umanità ha avuto un’ingiustificata paura, anche perché gli esseri umani hanno SEMPRE avuto paura dell’innovazione, salvo poi diventarne dipendenti.
Quello che mi interessa, oggi, è concentrarmi sull’innovazione regina dei nostri tempi più recenti, vale a dire l’Intelligenza Artificiale.
Negli ultimi tempi ho avuto modo di confrontarmi e spesso scontrarmi con un grande esperto di questo argomento, il Dottor Francesco Bardozzo, ricercatore presso L’Università di Salerno, proprio in questo campo. Mi perdonerà se non userò il suo nome d’arte “Oberlunar“, ma in quest’ambito lo cito più come scienziato, che come artista (cosa che comunque è).
A scanso di equivoci e per evitarmi “cazziate”, specifico subito che qui stiamo parlando di AI Generative, ovvero in grado di realizzare un qualcosa, dietro richiesta (prompt).
Con Francesco, come detto, ci siamo confrontati e scontrati, spesso attaccati e molte volte presi in giro, ma sempre su domande di un certo spessore, solitamente legate all’incontro tra AI e Intelletto, che si traduce in opere d’Arte (o pseudo tale) o d’ingegno.
La domanda che, più di ogni altra, si è imposta, nei discorsi, è stata circa il diritto d’autore: se io chiedo a una AI di generare un’immagine, come nel caso della copertina di quest’articolo, il copyright sarà mio, della macchina, del software o di chi l’ha scritto?”
Vi assicuro che, ponendo questa domanda a dieci persone, otterrete dieci risposte diverse, tanto che, alla fine, con Francesco, si è arrivati alla postulazione del concetto di “Ottava Arte”.
Come per il Cinema, infatti, è davvero complicato stabilire a chi appartenga il merito finale dell’opera: in alcuni casi lo diamo al regista, come per i film di Nolan, in altri alla scrittrice da cui è tratto, come per tutti gli Harry Potter.
Qui lancio la mia provocazione: l’AI è poi così diversa dal Cinema? In fondo si tratta sempre di un umano che fa qualcosa tramite una macchina.
Quando nacque la fotografia, non fu subito intesa come “arte”, ma più come uno strumento documentale. Anche il cinema nacque così: all’inizio era tutto nell’ambito dell’esperimento “scientifico”, poi arrivò la speculazione artistica.
In entrambi i casi, i relativi contemporanei, ebbero paura e sminuirono: il Teatro sosteneva che il Cinema non sarebbe mai stato una vera arte, perché non c’era il pubblico e che l’utilizzo della macchina eliminava il fattore umano, vale a dire la sua fallibilità.
Per la Fotografia fu la Pittura ad alzare le difese: si sosteneva che non ci fosse Arte in uno scatto, perché faceva tutto la macchina.
Oggi, dopo poco più di un secolo, l’uscita del film di Barbie viene salutata come un evento politico-cinematogerafico, mentre diciamo che la Fotografia è “scrivere con la luce”.
Cosa è cambiato? Semplice: abbiamo visto il fuoco, abbiamo capito che potevamo scottarci, abbiamo imparato a non farlo, a utilizzarlo, fino a renderlo “normale”.
L’avvento dell’AI, però, sta portando questo rapporto tra innovazione e preoccupazione a un livello successivo, proprio perché si tratta, probabilmente, della più grande “invenzione” da quella del WEB e probabilmente di una delle più grandi dai tempi della ruota, paragonabile probabilmente alla stampa!
Più è grande l’innovazione, più ne abbiamo paura!
Cosa, però, ci terrorizza davvero? Qual è il mostro nell’armadio che ci fa tremare?
Più parlo con le persone e più mi rendo conto che la risposta, in questo caso, è quasi sempre la stessa: ABBIAMO PAURA CHE L’AI CI SOSTITUISCA!
“Scriverà le canzoni e la Musica morirà”, dicono i musicisti, peccato che lo dicessero anche dei sintetizzatori.
“Scriverà gli articoli e il giornalismo morirà”, dicono i giornalisti.
Insomma, chiunque sia toccato da un’attività intellettuale, ha paura che l’AI gliela rubi, un po’ come si ha paura che gli immigrati rubino il lavoro nei campi o nei cantieri.
A questo punto, chi è abituato a leggere questo blog, avrà notato quanto io sia stato, finora, stranamente pacato, educato e non abbia scritto neanche una parolaccia. Ci tenevo a fare una premessa pulita, chiara e scorrevole, ma ora devo sfogarmi!
Respiro… Respiro… Iperventilo… Carico le parolacce… 3… 2… 1…
Carissime caccole appiccicose, che saltate da un dito all’altro, nella speranza di schizzare via, verso indefiniti appigli, che cazzo avete nella testa? Il caffè dell’Autogrill?
Volete sapere una cosa? Vi rivelo il segreto di Pulcinella? Gli immigrati ci hanno rubato quel lavoro che noi non facevamo più!
Avete davvero paura che l’AI scriverà le canzoni e la Musica morirà? Da quanto tempo è che non scrivete una canzone o che non accettate la proposta di entrare in una band che fa musica inedita?
Signori Musicisti, non è l’AI che sta uccidendo la Musica, ma la vostra ossessione per il cachet, che vi ha portato a dilagare con le cover band, il più delle volte sempre dei soliti 3 o 4 artisti!
Giornalistiiiiiii, yooohoooo, avete paura che l’AI uccida il giornalismo? Vedete che lo so che già fate scrivere gli articoli a CHAT GPT! Se vi fa così paura, avete un’arma: non usatela! Tornate a scopiazzarvi a vicenda e a inventarvi le notizie, come avete sempre fatto, da che ne ho memoria!
Il problema, signori e signore mie, non è l’AI, ma siete voi, che avete smesso di utilizzare il vostro intelletto e ora non avete paura che la macchina lo farà al posto vostro, ma che semplicemente permetta agli altri di scoprirlo!
La vostra paura è di essere smascherati!
Questo, a scanso di equivoci, vale per tutte le categorie di lavoratori “creativi”, non solo per quelli citati: non vi crediate assolti, anche se non vi ho citato, siete coInvolti (semi-cit)!
Aggiungiamo che, per dirla tutta, l’AI attualmente IMPARA da quello che finora abbiamo fatto, detto e scritto, per questo è una potenziale bugiarda e quelle bugie gliele abbiamo suggerite NOI!
Quindi, invece di lamentarvi del fuoco che scotta, imparate a usarlo!
Invece di lamentarvi del bambino che gioca con la palla che non usavate più, ricominciate a giocarci!
Ricominciate a pensare, a creare e a utilizzare quell’organo ammuffito che, attualmente, vi fa da zavorra al cranio!
Se avete paura che un microonde cucini meglio di voi, è perché avete smesso cucinare!
Per farla breve…
L’unico modo per impedire che una macchina vi rubi l’umanità e non smettere di essere umani!
COGLIONI!
