Poesia violenta in polvere

Se Poesia fosse pistola,

io sarei lo strabico.

Farei vittime collaterali,

tentando di colpire

una mosca tra la folla.

Se Poesia fosse pugnale,

avrei la mano tremante,

mi ferirei per primo,

perdendo l’impugnatura,

afferrandone la lama.

Se Poesia fosse veleno,

confonderei i calici,

lasciando alla vittima

l’unica bevuta innocua.

Se Poesia fosse atomica,

la cavalcherei, esultante,

agitando cappelli da cowboy,

fino a schiantarmi lontano:

sarei solo luce e rumore.

Poesia è tutto questo!

Miro a te, ti manco.

Colpisco altri, altrove.

Attorno a noi,

fori nelle pareti.

Attorno a noi,

vetri infranti.

Attorno a noi,

palazzi che cadono.

Tu non li vedi.

Forse li vedi e taci.

Poesia, quando vuole,

sa essere anche polvere.

La lascio cadere, piano,

osservandola ondeggiare,

seguire le correnti d’aria,

risalire e poi riscendere,

cospargere di se l’intorno.

Soffio per spingerla da te.

Tu non la vedi.

Forse la vedi e ti scrolli.

Forse piove.


Foto di mohamed Abdelgaffar da Pexels

2 pensieri su “Poesia violenta in polvere

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