Ai pallidi suonatori di ballate,
rifugiati in vicoli dimenticati
dagli occhi dei turisti
e cari solo ai baci sospirati
degli amori clandestini…
Alle cantine traboccanti
di cianfrusaglie obsolescenti,
eredità dismesse di altre vite…
Ai discorsi ubriachi,
agli sguardi rubati,
ai sorrisi accennati…
Alle mode passate,
quelle che torneranno,
riesumate dai mercatini
e dagli armadi delle madri…
Ai puzzle che abitano,
abusivi ed arroganti,
i ripiani più alti dei ripostigli,
monchi di un pezzo ribelle,
vagabondo per le vie dei giochi…
Alle canzoni non scritte,
che vivono nei sonni profondi,
per sfumare in risvegli prematuri,
scomparendo, silenziose,
nel vago ricordo di una melodia…
Alle risposte sospese,
aborti di domande mai avanzate…
Ai treni soppressi,
ai voli cancellati,
alle navi mai approdate,
tenute a poche miglia
dalla salvezza…
Ai binari morti, che si fanno casa
per faune e flore selvatiche…
Ai coiti interrotti,
ai desideri non espressi,
all’ultimo boccone
lasciato nel piatto…
A tutte le incompiute,
Io dico…