30 Day Writing: Giorno 4, qualcuno che mi ispira

Giorno 4 del Challenge 30 Day Writing, tutti i post li trovate qui: https://bloggolo.it/category/challenge/30-day-writing/.

Oggi il tema dell’elenco è:

Qualcuno che mi ispira.

Tralasciando i morti, vorrei parlare di qualcuno vivo (essendo napoletano so che a questo punto si gratterebbe le parti basse), che ancora oggi continua la sua silenziosa opera di innalzamento della valutazione media dell’essere umano: Giobbe Covatta, banale? Vi spiego perché non lo è!

Ho consociuto Giobbe da bambino, quando mio padre mi permetteva di restare alzato, se facevo il bravo, per guardare il Maurizio Costanzo Show… Sì, ero un bambino abbastanza atipico.

Quell’uomo barbuto mi faceva ridere, ma mio Zio Pino mi aveva spiegato la differenza tra Comicità ed Umorismo secondo Pirandello (ve l’ho detto che ero atipico) e percepii che, in qualche modo, si trattava del secondo caso: quelle storielle facevano ridere ad un primo approccio, ma poi lasciavano qualcosa, un insegnamento, un retrogusto agrodolce che aveva il sapore di qualcosa che già conoscevi.

Giobbe Covatta non era solo un comico, era (ed è, Giobbe grattati) un cantastorie, un menestrello che attraverso le risate raccontava (racconta, sgrat sgrat) qualcosa che era in strada, negli uffici, nelle case, nelle aule: la vita dell’umomo medio (e mediocre) italiano.

Credo che l’apice di questo suo modo di raccontare lo abbia raggiunto in “Dio li fa e poi li accoppa“, dove tra una battuta e l’altra riesce prima a convincerti che il genere umano meriti di continuare a vivere, poi stravolge tutto facendoti cambiare idea.

Giobbe è un giulalre intellettuale, uno di quelli che fa ridere le Maestà, ma ridendo di loro, ma non è per questo che mi ispira:

Giobbe è un bravo uomo, da anni è portavoce ed impegnato in prima persona dell’opera di AMREF, lui non fa rumore, lui va dove hanno bisogno ed agisce!

Giobbe Covatta non è solo il testimonial di un’associazione umanitaria, lui è il prim odegli attivisti: prende la sua immagine e non la mette in TV per farsi riconoscere, ma la mette da parte e va ad aiutare chi no nsa neanche chi sia.

Questo è un modo di fare che ammiro!

Ecco, Giobbe Covatta mi ispira perchè riesce ad essere personaggio pubblico e perfetto sconosciuto, simultaneamente, senza mai permettere ad un ruolo di offuscare l’altro e se qualcun osta pensando che la mia scelta sia banale o di poco conto, vuol dire che ci riesce benissimo.

Citando Blender di Futurama (continuo ad essere atipico): “Quando fai le cose per bene, nessuno sospetterà mai che tu abbia fatto realmente qualcosa”.

Concludo con un appello proprio rivolto a te Giobbe: per favore, la politica no… Di comici ce ne son osempre stati ed ultimamente anche qualcun odi troppo.


 

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